LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – “Manca mio fratello, non c’è mio fratello. Dov’è mio fratello?”: una ragazza ventenne della Guinea ha attirato in questo modo l’attenzione di soccorritori e volontari dopo lo sbarco dei 50 migranti finiti in acqua e soccorsi stamattina dalla Guardia Costiera. Si tratta del secondo naufragio in due giorni nelle acque dell’isola, dopo quello della notte di venerdì 22 marzo.
I migranti sono giunti a molo Favarolo di Lampedusa ma fra i naufraghi, raccolti in mare dagli uomini della motovedetta Cp 319, manca all’appello un ragazzo quindicenne.
Il naufragio a Lampedusa
Nel tratto di mare del naufragio sono subito partite le ricerche, nell’esatto punto in cui i migranti – durante le operazioni di trasbordo – sono finiti in acqua. Nonostante gli inviti dei militari della Capitaneria a stare fermi perché lentamente tutti sarebbero stati trasbordati, i migranti si sono spostati tutti verso il lato della motovedetta e il barchino di 7 metri in ferro si è ribaltato.
I naufraghi sono 51 gambiani, guineani, malesi e senegalesi, fra cui 11 donne e 2 minori. Il natante di 7 metri è salpato, stando ai primi racconti dei naufraghi, la sera di venerdì 22 marzo da Sfax in Tunisia.
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