Naufragio, parla Giovanni Salvi:| “Indagini nel rispetto dei migranti” - Live Sicilia

Naufragio, parla Giovanni Salvi:| “Indagini nel rispetto dei migranti”

“Noi non dobbiamo rendere conto all'opinione pubblica, ma alla legge, fatto questo che ci rende autonomi e indipendenti”- ha ribadito il Procuratore di Catania.

l'inchiesta
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CATANIA – Il tribunale del Riesame ha confermato ieri le misure cautelari nei confronti di Mohammed Ali Malek e di Mahmud Bikhit, i due presunti scafisti responsabili del naufragio dello scorso 18 aprile che ha causato la morte di oltre 750 persone. Escluse le responsabilità dell’equipaggio della King Jacob, sentito a Palermo dal personale della Mobile di Catania, rimangono individuati i precisi capi d’imputazione a carico dei due. Gli accertamenti effettuati con il supporto della Marina Militare, hanno infatti escluso l’ipotesi di sequestro di persona. Circostanza che era emersa dalle dichiarazioni rese dai sopravvissuti: “Erano ammassati ma non chiusi a chiave come avevamo compreso – commenta Salvi – anzi un portello era assicurato alla paratia, questo fatto è in contrasto con l’ipotesi iniziale, quindi noi stessi abbiamo chiesto la revoca su questo punto”.

Risultato frutto di una “scelta coraggiosa” della Procura di Catania che “rispetto all’inerzia del passato – ha dichiarato Salvi in conferenza stampa – che tendeva a privilegiare la strada comoda, noi abbiamo deciso di fare chiarezza su questo”, i sopravvissuti sono stati “considerati testimoni e non indagati di reato collegato”. “Scelta non facile – continua Salvi – perché ci ha esposto alla dichiarazione di inutilizzabilità delle dichiarazioni dei migranti e lo abbiamo fatto consapevolmente”. Indirizzi giuridici che intendono, da un lato fare chiarezza nell’interpretazione del diritto, dall’altro stabilire il principio del “rispetto per i migranti”.

“Noi non dobbiamo rendere conto all’opinione pubblica, ma alla legge, fatto questo che ci rende autonomi e indipendenti”. “Le direttive del nostro ufficio – afferma il procuratore – rifiutano la logica del tipo d’autore e – continua – affrontiamo non ogni episodio e ogni gruppo di individui, ogni persona come soggetto che ha diritto a un’autonoma valutazione”. Anche il diritto quindi, recepisce la parte “umana” del fenomeno migratorio irregolare, nell’ottica del superamento dell’art. 10 bis del decreto legislativo 286/98. Principio espresso chiaramente nelle direttive sull’audizione dei migranti, inoltrate da Salvi il 27 aprile scorso al gruppo di lavoro interno: “Il reato contravvenzionale di ingresso nel territorio dello Stato si consuma solo con il volontario ingresso; esso non prevede il tentativo. Le persone soccorse fuori dalle acque territoriali non hanno commesso alcun reato e non devono essere iscritte nel registro degli indagati; sono sentite quali persone informate sui fatti e poi testimoni”.

Ancora in corso le identificazioni delle vittime che sono state portate a Malta, con l’aiuto dei sopravvissuti e attraverso le segnalazioni recapitate all’indirizzo diretto della Procura da parenti e amici dei migranti che presumibilmente si trovavano nell’imbarcazione che giace adesso in fondo al Mediterraneo. “Sul recupero dei corpi – ribadisce Salvi – pur confidando sulle disponibilità che sono state dimostrate in tal senso, ricordo che le nostre scelte sono esclusivamente procedimentali, e noi collaboreremo nella maniera più ampia possibile”.

 


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