Come la pensa il Pd, oltre lo sfolgorare delle recenti vittorie parlamentari? Qual è la linea, compagni? Cracolici e Lupo hanno raccolto un indubbio successo (di più il primo) obbligando Lombardo a passare sotto le forche caudine delle richieste “democrat” in sede di finanziaria. E’ un punto a favore di una rotta che Livesicilia ha criticato per la mancanza di chiarezza, ma che ha fornito fin qui – giusto ammetterlo – ottimi risultati concreti. E’ la strategia del poliziotto buono e di quello cattivo. Una volta voti col governo (la finanziaria è il punto squisitamente politico di una maggioranza), ma poi storci la boccuccia e dici che a te il governo, veramente non piace per questo e per quello. E alla scontata domanda: allora perché sostieni le sue leggi?, la risposta è di prammatica. Occhioni spalancati, voce ferita dalla mancanza di comprensione dell’interlocutore e vai col ritornello: la Sicilia ha bisogno di riforme. Benissimo. Solo che, ogni tanto, qualcuno potrebbe smarrirsi in tanto sagace tatticismo. Prendiamo Giuseppe Lumia, politico onesto e capace, ma anche lui evidentemente un po’ travolto dalle onde diseguali della strategia pidina. Intervista sul “Riformista”. Titolo: “Andiamo avanti con Lombardo, voci di mafia? Nessun imbarazzo”. Svolgimento: “Nè al governo, né all’opposizione”. “Non mi sono sfuggite le critiche (alla finanziaria, ndr). Anzi, le condivido in pieno (!, ndr). Ed è questo il motivo per cui non ritengo ancora maturo il tempo di una scelta di governo da parte del Pd. Il cammino è ancora lungo”. Sui presunti guai giudiziari del governatore: “Vi sono due aspetti. Vi è quello penale: ho pieno rispetto del lavoro e dell’autonomia dei magistrati. Vi è il piano politico-morale. La politica deve valutare se vi sono relazioni che possano coinvolgere il presidente della Regione. E’ importante che Lombardo chiarisca. Non vi è dubbio che nel caso emergessero dei fatti negativi, i cittadini dovranno avere la possibilità di tornare alle urne, pur in assenza di un rinvio a giudizio”. Perfetto.
Intervista col “Manifesto”. Titolone: “Il Pd Lumia avverte Miccichè: “E’ ora di scegliere, lascia Dell’Utri”. Svolgimento: “In Sicilia c’è un solo Pd e sfido a chiunque di parlare di ribaltone. Noi con Lombardo abbiamo fatto un accordo in Parlamento sulle riforme, non un accordo di programma. Domanda: con l’onorevole Crisafulli lei guerreggia da anni. Risposta: “Fin dal 2004. La vicenda Crisafulli sta lì da anni e non riguarda Lombardo. Il cosiddetto “crisafullismo” è un modo di organizzare la politica che considero l’altra faccia dell’ “Utrismo” e del “Cuffarismo”. Domanda: una bella contraddizione. Dell’Utri contro le riforme, mentre Miccichè che prime le sostiene e ora sta in silenzio. Risposta: “Se Miccichè vuole continuare, deve rompere col centrodestra e fare altre scelte”.
Ricapitoliamo. Nella sostanza non fa una grinza. Tengo il morso e la cavezza di Lombardo finché mi conviene, con l’intenzione di saltare dalla sella, un attimo prima di essere disarcionato. Come schema di potere utile funziona. Ma, per tutto il resto, ci sono domande da cittadini e da elettori. Che significa né all’opposizione, né al governo, quale luogo metafisico della politica è mai questo? Dell’Utri è il demonio, ma la contingenza impone che si votino provvedimenti qualificanti accanto a compagni di viaggio che di Dell’Utri celebrano il mito che non rinnegheranno mai. E non cosuzze, provvedimenti che definiscono il perimetro di una vera e propria coalizione sommersa. Come si spiega alla luce della benedetta questione morale, patrimonio genetico della sinistra? Che c’entra il profilo riformista con quello giudiziario o anche della valutazione politica sull’illibatezza presidenziale? Se il tentativo è quello di cavare il massimo da un governo comunque estraneo, votando “le cose che fanno bene alla Sicilia”, perché ciò non potrebbe accadere con un Lombardo (Dio non voglia) in ceppi? Sarà un rinvio a giudizio, saranno le voci dal sen fuggite circa presunte frequentazioni del governatore a certificare la morte dell’afflato riformista, “tanto necessario alle sorti dell’Isola”? Dice: c’è la questione morale. Vedi paragrafo precedente. Se già voti con i discepoli e gli ammiratori di Dell’Utri, che dichiarano di ispirarsi a colui che tu rifuggi, ci pare che il problema sia stato già abbondantemente assorbito. O no?
Come si vede sono tanti gli interrogativi da porre e non per malvagità o strumentale opposizione di questo giornale. Ci sono e restano. Soprattutto, balena il domandone principale: come fai a percorrere l’ardua strada delle convergenze parallele, se non sei Aldo Moro?