Negozi chiusi dall'antimafia | Non si può fallire così - Live Sicilia

Negozi chiusi dall’antimafia | Non si può fallire così

Commenti

    Complimenti per l’esatta fotografia della situazione.
    Complimenti per il suo coraggio.

    oserei anche dire che il commissario nominato deve essere anch esso controllato visto gli ultimi risvolti, e chiusura dei negozi piu importanti di Palermo, e si sono d accord che nel frattempo che la legge fa il suo corso non si dovrebbe chiudere e far fallire le imprese visto che Palermo ormai e a lastrico e senza lavoro, cosi si reduce alla fame tante famiglie, ma si sa che da noi funziona cosi, l importante che la legge trionfui sempre anche a discapito degli onesti

    È un sistema marcio e autoreferenziale. Condivido in toto il contenuto dell’articolo .
    Aggiungo che per uscire dalle pastoie giudiziarie occorre un cospicuo conto in banca perché i costi sono considerevoli e non sempre adeguatamente risarciti dai giudicanti.

    Scusate….ma mi fate un esempio di azienda sequestrata, messa sotto tutela e fallita? Condivido il punto della lentezza dei processi, che i magistrati non pagano mai i loro errori….ma la mafia si colpisce sui soldi! Togliere uno strumento validissimo come il sequestro dei beni, anche preventivo, non aiuta la lotta alla mafia, ma la favorisce.

    Infatti il pezzo non parla di toglierlo, ma di riformarlo. E non si mette in discussione il fatto che lo Stato deve usare tutta la forza investigativa possibile.

    Caro Eusebio secondo te cos’è la mafia? Per me tutto quello che può definirsi semplicemente illegale e se l’illegalità viene messa in atto da… In nome del popolo italiano senza buona fede, che cosa può fare un normale cittadino per avere giustizia?

    Raramente i giornalisti si dedicano ai problemi scritti con molto coraggio dal giornalista Dalì.
    Onore al merito ce ne fossero tanti come LEI, tantissimi auguri di una buona carriera e che lo possa leggere in grande testate. A molti suoi colleghi piace più parlare di don ciotti che della vera verità reale.

    Faccio subito un esempio: Gruppo Aiello di Bagheria, per dieci anni in amministrazione giudiziaria. Come da provvedimento reperibile in rete, è stato effettuato un sequestro di 850 milioni di euro.
    Cotta e decotta, è stata messa in liquidazione e i dipendenti in attesa di TFR e pagamenti di stipendi. Ma gli amministratori (con la “a” minuscola) senza alcuna esperienza, hanno percepito i loro emolumenti.
    E che emolumenti!
    Di queste situazioni ne esistono tanti esempi.

    Condivido in pieno le Sue osservazioni.
    Ogni individuo avrebbe diritto ad sistema giustizia “sano” che passi attraverso una legislazione antimafia dotata di strumenti idonei che permettano ai magistrati di combattere efficacemente il fenomeno.
    Il fallimento, anzitempo, di imperi imprenditoriali su base empirica non è concepibile.
    In nome di una presunta colpevolezza viene annientato il patrimonio costruito in anni e anni di lavoro. In nome di una presunta colpevolezza la sentenza di condanna viene emessa per le strade, sui giornali nei bar e al mercato. In nome di una presunta colpevolezza entri in un meccanismo giudiziario dagli ingranaggi fagocitanti insieme alla tua famiglia … diventi condannato e condannabile ed i risvolti morali ed etici restano a guardare in attesa che arrivino quelli penali… o forse no…
    …e alla fine, magari assolto, potrai davvero ricominciare da capo?

    È una vergogna come certi amministratori ma soprattutto ComE si viene sottoposti alla misura di prevenzione e vergognoso cosa sta subendo la mia vita per colpa di questo strumento in quanto innocente oggi non sono più in Sicilia e l’unica cosa che mi viene da dire è che ormai c’è un centro di potere che fa il bello e il cattivo tempo in Sicilia perché è facile accusare di essere corrotti e mafiosi ma viene più difficile dimostrare che non lo si è io ho preferito gettare la spugna che si prendano tutto ormai in Sicilia tra un po’ si sequestreranno tra di loro perché ormai tutte le attività sono chiuse tutte fallite l’unico mio pentimento è che dovevo scappare via prima dalla Sicilia e andarci solo per le ferie estive vergogna una terra bellissima che non riesce ad uscire dal pantano in cui è e dove certi potenti abusano e sbafano alla faccia di chi crede che esista la giustizia la giustizia è solo di chi ha il denaro e non è uguale per tutti spero che un domani non so qualcuno pagherà per aver distrutto l’economia Siciliana

    E no caro Eusebio, io non ci sto ! Quando uno scrive un pezzo così prende solo applausi, mai critiche. Perché ? È facile capirlo, perché abbiamo avuto un Presidente della Regione che, tanti anni fa, diceva le stesse cose, che “la mafia fa schifo, che la mafia di qua, che la mafia di la…..” . Si è fatto 7 anni di galera per concorso in associazione mafiosa. Noi siciliani abbiamo la memoria corta.
    A Palermo chi sono i niceta lo sappiamo tutti, non c è bisogno neppure di fare indagini, a Belmonte chi sono i Cavallotti lo sanno pure i bambini, per quanto riguarda Lena se chiediamo ai muri, alle strade ed “ai preti”, sanno chi era fin dagli anni 90 !
    Purtroppo come diceva Borsellino, spesso la magistratura non ha le armi per riuscire a dimostrare o condannare, questo lo dovrebbe fare la società civile, prendendo coscienza e mantenendo le distanze, senza bisogno di sentenze o altro. Ma questo lo diceva 27 anni fa Borsellino, vuol dire lo scorso millennio !! Oggi la società civile siciliana ha preso coscienza, si di chi è il più forte e si è schierata con loro, come sempre, attaccando la magistratura e le forze dell’ordine, che combattono una guerra nucleare con fucili e baionette !
    Sono anche certo che un commento come questo non in sintonia con il sentire comune, non verrà pubblicato !

    Innanzi tutto a sciò preventivo il sequestro dovrebbe durare pochi mesi e l amministratore dovrebbe rispondere con il proprio patrimonio nei confronti sia dello stato se dopo segue la confisca sia dell impresa se viene restituita al proprietario.

    Ed invece ti sei sbagliata Maria perché il tuo banale, superficiale commento pieno di luoghi comuni è stato pubblicato! Ma tu conosci il processo saguto? Conosci le dinamiche clientelari in virtù dei quali venivano sequestrati i beni? Segui radio radicale che trasmette ogni udienza? Hai sentito la motivata, precisa e dettagliata testimonianza di Rappa che fa rabbrividire? Hai letto e conosci la normativa per cui basta un sospetto per sequestrare, sequestro che rimane tale anche se primo e secondo grado di giudizio dicono che taluno mafioso non è? Visto che io non lo so dimmi tu dettagliatamente chi sono Rappa, Lena e Cavallotti! Ma dimmelo con dettaglio, non banalmente e per frasi fatte come hai fatto in commento. Sai, se non si ha conoscenza certa, si può anche tacere perché con un sistema in bilico come è in assoluto la normativa di prevenzione e, soprattutto,per come è stata applicata a Palermo, ci cono migliaia di famiglie distrutte che meritano commenti seri e motivati, non banalità e luoghi comuni

    A Maria,
    I fratelli Cavallotti sono stati assolti con sentenza definitiva dall’accusa di mafia. Così anche il sig. Lena. Massimo Niceta ha avuto un decreto penale di archiviazione perché non c’erano neanche gli elementi per fare un processo penale.
    Tutti, però, per gli stessi fatti hanno subito un processo di prevenzione che ha distrutto per sempre le loro vite.
    Solo in un Paese in cui non c’è rispetto per la libertà, per la dignità dell’uomo e per lo Stato di Diritto si può sequestrare e confiscare con la prova della innocenza.
    Noi siamo contro la mafia. La mafia va combattuta duramente. Ma, con la scusa della lotta alla mafia, non si possono colpire persone che non c’entrano niente con la mafia, distruggendo aziende frutto del lavoro onesto, dei sacrifici, lasciando in mezzo alla strada i lavoratori, non pagando i fornitori e facendo guadagnare solo alcuni professionisti che non devono sottostare ad alcuna forma di responsabilità.
    Dopo lo “scandalo Saguto” abbiamo vinto i rispettivi processi di prevenzione. Ci sono stati restituiti aziende distrutte e milioni di euro di debiti e non sappiamo come ripartire. Viviamo i nostri giorni con l’amara consapevolezza che i sequestri non andavano fatti. Siamo stati privati del lavoro, del nostro lavoro. Hanno provato – senza riuscirci – a privarci anche della nostra dignità.

    Per fortuna, cara Maria, i processi non si fanno con le dichiarazioni dei “muri” o con quelle dei “bambini”. Il suo modo di ragionare è il motivo per cui la Sicilia non può crescere. È la Sicilia in cui ogni cosa positiva viene soffocata dal sospetto che dietro ci sia la mafia, anche quando il sospetto viene cancellato dai provvedimenti definitivi dell’autorità giudiziaria.

    Si ricordi che, dietro, ogni processo c’è la vita di intere famiglie, molte delle quali soffrono ancora senza colpa. Per rispetto nei confronti di queste persone e per amore della verità, bisognerebbe riflettere con molta attenzione prima di scrivere certi commenti. Spero che lei non abbia a sperimentare la stessa esperienza per rendersi conto di che cosa noi abbiamo passato.

    Sul caso Saguto non mi esprimo. Ognuno è libero di pensarla come vuole.

    Buonasera Maria

    Sono Massimo Niceta e non ho il piacere di conoscerla, ho letto il suo commento banale e pieno di luoghi comuni, ma ci tengo a rispondere per precisarle alcune cose che sicuramente lei sconosce.
    Per cominciare vorrei rappresentarle la circostanza che la famiglia NICETA ha fatto impresa a Palermo da 4 generazioni e probabilmente il motivo della nostra notorietà a Palermo e provincia è dovuto al nostro lavoro, non certo a fatti di mafia.
    Lei dice che non c’è bisogno di indagini per sapere chi siamo eppure su di noi hanno indagato il Dott. Guido e la Dott.sa Micucci nel 2009 per una ipotesi di intestazione fittizia indagine archiviata, quindi senza alcun rinvio a giudizio, nel 2010.
    Nel 2013 sulla scorta dei medesimi fatti oggetto di archiviazione siamo stati proposti per una misura personale e un sequestro patrimoniale dell’intero patrimonio da due diversi tribunali quello di Trapani e quello di Palermo Sez. Misure di Prevenzione.
    Il procedimento di Trapani si è concluso con sentenza definitiva, passata in giudicato, nel 2017
    Il procedimento di Palermo si è concluso in primo grado nel 2018
    In entrambi i casi è stata rigettata la proposta di misura personale e sono stati restituiti tutti i beni attinti dal sequestro, o quello che ne è rimasto.
    In ultimo esiste un avviso di garanzia emesso per richiesta del Dott. Padova nel 2017 a seguito di dichiarazioni del testimone di giustizia Angelo Niceta, ritenuto inattendibile in seno ai processi di prevenzione, contro il quale abbiamo già depositato diversi esposti nel 2017 e nel 2018, presso la Procura di Palermo, per calunnia e diffamazione. Purtroppo ad oggi non abbiamo alcuna notizia in merito a questi eventi seppure sono trascorsi tutti i termini di legge per effettuare le indagini.
    Per concludere sono costituito parte civile nel processo di Caltanissetta che vede imputati fra gli altri la Dott.sa Saguto e l’Avv. Gigante il nostro amministratore giudiziario per fatti commessi nella nostra procedura.
    Le potrei inoltre raccontare dei 100 dipendenti licenziati, dei fornitori non pagati, delle tasse non versate, del fallimento di tutte le nostra aziende e delle procedure esecutive che stiamo affrontando per debiti contratti dagli amministratori giudiziari, ma lei che ci conosce bene saprà di certo tutto questo.
    E la stessa mia storia la potrà ascoltare dai Cavallotti, dai Lena e dalle tante altre persone che non hanno avuto il coraggio di raccontare cosa hanno subito e cosa ancora stanno subendo in termini di umiliazione sociale. Perché cara Maria la prevenzione viola alcuni fondamentali diritti del cittadino, il diritto alla proprietà, al lavoro, calpesta la dignità e uccide socialmente, ma lei che ci conosce bene queste cose le sa, le conosce.
    Siamo stati noi a combattere con le fionde contro una potenza nucleare che si chiama stato, che sulla scorta di semplici sospetti ti leva tutto da un momento all’altro non lasciandoti in tasca neanche gli spiccioli per la spesa dei tuoi figli.
    Mi perdono, ma lei non sa proprio niente di me della mia famiglia e di tutte le persone oneste distrutte per fare arricchire voraci e spregiudicati amministratori giudiziari.
    La guerra alla mafia è una cosa seria e sacrosanta, ma non è questo il modo di farla.
    Buona serata

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