Notizia online secca e precisa. “Dopo la pubblicazione da parte de Il Giornale di un vecchio dossier, risalente agli anni ’80 e poi archiviato che riguardava l’ex pm di Milano Ilda Boccassini, oggi procuratore aggiunto, Matteo Brigandì, membro laico del Consiglio superiore, è stato accusato di abuso d’ufficio per aver passato al quotidiano le carte riservate. Il consigliere laico della Lega al Csm, che rischia di essere sospeso dalla carica, è stato quindi iscritto nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio (art. 323 cp) dalla procura di Roma. I carabinieri hanno apposto i sigilli al suo ufficio al Csm”. A riguardo il ministro Alfano ha detto di non sapere nulla della vicenda.
Chi è Matteo Brigandì? Nacque a Messina 58 anni fa. Ma, adesso, parla soprattutto il piemontardo doc, dopo una lunga pratica come avvocato nel foro di Pinerolo, pur non avendo dimenticato la lingua dei padri. Fu notato da Umberto Bossi che si fece difendere in tribunale da questo strano siculo col pallino di Alberto Da Giussano. Da lì, tutto il cursus honorum da politico del Carroccio, fino al Csm. Intervistato da I Love Sicilia, l’avvocato messinese – ormai appaltato alla causa padana – confessò di ritenere Bossi un moderato. Ed espresse un lancinante desiderio gastronomico della sua terra avita. Bramava la pignolata.