PALERMO- “Nel mare c’è il corpo di mio figlio. Verosimilmente è nel relitto del peschereccio che deve essere recuperato. Noi non ci fermeremo, fino a quando Vito (nella foto) non sarà restituito alla sua famiglia”.
Non c’è niente che regga il confronto con la forza di una madre. Il relitto del peschereccio ‘Nuova Iside’ è laggiù, nelle profondità. Un’inchiesta è in corso sulle ragioni del suo affondamento tra Ustica e San Vito Lo Capo. Sono stati ripescati il corpo di Matteo Lo Iacono e di suo cugino Giuseppe. Rosalba Cracchiolo, moglie di Matteo e mamma di Vito, nonostante le onde altissime del suo dolore, trova ancora la forza di parlare. La forza di una madre. Aspetta che quello che resta della nave sia sottratto all’oblio, perché vuole abbracciare quello che resta di suo figlio.
La carcassa della nave è stata rintracciata. Sono incerti i tempi delle operazioni. L’avvocato Aldo Ruffino che segue la famiglia incalza: “Non abbiamo avuto più notizie. E’ necessario che si faccia presto per un senso di giustizia e per rispondere alle richieste che vengono dal cuore di una madre. Noi non ci fermeremo e non avremo pace”.
C’era stata un’ultima comunicazione tra Rosalba e Vito, prima della tragedia, come lei stessa ha raccontato: “Ci siamo sentiti il giorno prima. Mi ha detto: ‘Fate la ricarica a papà che ha il cellulare scarico’. Poi, mi ha chiamato mio marito. Mi ha spiegato che non avevano pescato niente e che non sarebbero rientrati, altrimenti avrebbe dovuto buttare l’esca e sarebbe stato un danno economico ingente”. La vita dei pescatori è un duro romanzo d’amore.
Rosalba e Matteo si erano conosciuti a Lampedusa. “Lui lavorava, noi eravamo lì in vacanza per i quarant’anni di mio papà. Le nostre barche erano vicine. Si dichiarò. Gli risposi di no, dandogli però il permesso di continuare a provare. Cominciò a tempestarmi di regali, attenzioni e discorsi. Alla fine risposi di sì”.
Quel legame non è stato spezzato dalla morte. Negli anni si era arricchito di presenze e di affetti. Matteo riposa in pace nella terraferma. Vito ancora no. Il cuore di una madre non può più aspettare.