Passare un paio d’ore dentro la segreteria politica-caf sindacale di Mimmo Russo, nella borgata palermitana di Borgo Vecchio, rende chiare le dinamiche che ruotano attorno alla vicenda degli ex pip e dell’associazione Social Trinacria. Nell’arco di sessanta minuti transitano da quell’ufficio al pian terreno decine e decine di persone. “Vorrei compilare il modulo” dice uno. “Non so dove si deve portare la documentazione” aggiunge un altro. C’è la ragazza madre, c’è il padre di famiglia con quattro figli a carico, c’è l’invalido civile. Tutti lì per fare la stessa domanda: “Come si entra nell’associazione?”.
Il sogno del posto fisso è lo stesso, lo si legge negli occhi di tutti. Mimmo Russo non c’è, è in assessorato per un incontro tra la dirigenza regionale e i sindacati. Sono stati riconvocati domani mattina. La trattativa sindacale è ancora in corso, pare che la carica dei 3.200 potrebbe riuscire a ottenere 25 ore settimanali, assegni familiari, tredicesima, quattordicesima. Il contratto sarà quello nazionale per i servizi. E già qualcuno ha cominciato ha fare richiesta di personale, come l’Istituto dei ciechi, lo Iacp, i comuni di Carini, Capaci, Bagheria, Terrasini, l’ospedale Civico.
Ma la Cgil continua a non starci, dice che l’accordo sindacale doveva essere fatto prima di costituire l’associazione. Si legge anche nei diversi gruppi che esistono su facebook nei quali sono riuniti i pip. Su un gruppo riportano il comunicato della Nidil-Cgil, in cui il sindacato accusa: “La Cgil diffida fortemente di qualsiasi iniziativa che non sia in linea con quanto discusso al tavolo tecnico tenutosi alla Regione giorno 13 settembre con tutte le parti sociali rappresentanti gli ex Pip. Riteniamo grave che la Regione abbia legittimato la costituzione della società senza prima affrontare un discorso sullo statuto e sui membri del direttivo. Vi è il serio rischio per questo bacino di essere schiavo delle dinamiche politiche siciliane, dato che non viene data alcuna garanzia oltre il 2012, per questo chiediamo che la Regione si faccia urgentemente carico di convocare un tavolo di trattative ulteriore per superare questo momento”. Qualcun altro scrive: “alcuni sindacati d’accordo con con il dirigente della Regione, hanno costituito la società in barba agli accordi del tavolo tecnico, con un colpo di mano sono andati dal notaio ed hanno depositato uno statuto scritto da alcuni e non condiviso con nessuno, certi che nessuno avrebbe osato intervenire per bloccare un vecchio modo di fare politica e sindacato a Palermo”.
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