"Nessun dialogo con Lombardo|Confronto aperto con l'Udc" - Live Sicilia

“Nessun dialogo con Lombardo|Confronto aperto con l’Udc”

Castiglione a Livesicilia
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Nessun dialogo con Lombardo. E aperture concrete a Fli e Udc. Il Pdl, spinto all’opposizione sullo scacchiere siciliano non sta a guardare. “Ci teniamo a dire che, rispetto al governatore, siamo un’altra cosa” precisa il coordinatore regionale degli azzurri Giuseppe Castiglione.

Quindi nessun possibile dialogo all’orizzonte?
“Non è all’ordine del giorno. Lombardo ha parlato di alleanza strategica col Pd, quindi abbiamo poco da dirci”.

Beh, da tempo ormai Lombardo e il Pd vanno avanti insieme…
“Sì e oggi il presidente ha aggiunto delle novità. Ha detto che l’alleanza col Pd è stata rafforzata anche dal voto sulla riforma della sanità. Ma il Pd quella riforma non l’ha nemmeno votata…”

Lombardo non ha parlato solo per sé, ma del Terzo Polo che all’Ars si è raccolto in un coordinamento.
“Diciamoci la verità: il Terzo polo non esiste. Tra l’altro, nell’ultima convention mi sembra che Lombardo non ricoprisse nemmeno un ruolo di primo piano. Si è accontentato di uno strapuntino”.

Ma in Sicilia il ruolo di Lombardo è determinante. E si sa che la Sicilia è spesso laboratorio politico…
“In Sicilia avviene il contrario di quanto avviene a livello nazionale. Nell’Isola, infatti, c’è un un unico attore e tutto il mondo dovrebbe girare attorno a lui. Secondo me, non esiste, di fatto, nemmeno l’Mpa, che è diviso in numerose correnti. E si nota anche dalle parole dei vari esponenti”.

Insomma, voi puntate un po’ a scardinare questo Terzo polo e ad attrarre questo o quel partito. Già Urso e Scalia sono tornati al Pdl. Pensate di riuscire a riportare “nel partitone” anche il resto di Fli?
“Guardi, le parole del coordinatore regionale Briguglio sono molto sensate. Ma io mi pongo una domanda molto semplice: come fa, un elettore che ieri votava Pdl e l’altro ieri Alleanza nazionale ad accettare un’alleanza elettorale con la sinistra?”.

Voi puntate molto sulla “svolta” introdotta dalla nomina a segretario di Angelino Alfano.
“Certamente. Alfano ha già detto chiaramente che non punta a una ‘riedizione’ di Forza Italia. Ma vuole creare il grande partito dei moderati. La ‘succursale’ italiana del Partito popolare europeo”.

E tra i moderati, per la verità, potrebbe starci anche lo stesso Lombardo, visto il suo passato nei partiti di centro.
“Lombardo ha un nobile passato da moderato. Nel presente, invece, di moderato non ha proprio nulla. Noi non cerchiamo strane alchimie, ma parliamo ai cittadini. E certamente puntiamo anche ad attrarre parte dell’elettorato dell’Mpa, che magari non vede bene un’alleanza con centrosinistra”.

Di Fli e Mpa abbiamo detto. Manca l’Udc…
“Se proprio vuole saperlo, da tempo si sono aperti tavoli di confronto con l’Udc. Abbiamo messo al centro dei nostri colloqui alcuni temi che approfondiremo presto. Del resto, su certe questioni l’Udc ha più affinità con noi che con il centrosinistra. Basti pensare alla famiglia, alla scuola, all’energia”.

Torniamo alla situazione di oggi. C’è un governo tecnico che lavora. A proposito, l’assessore Sparma è riferimento di Fli o del Pdl, visti i suoi legami con Pippo Scalia, tornato tra gli azzurri?
“Guardi, noi vogliamo precisare con forza che rispetto a questo esecutivo e al suo leader siamo un’altra cosa. Non vogliamo saperne nulla, nemmeno se ci offrissero dodici assessorati”.

Comunque, l’era dei tecnici sta per finire. Si va verso un governo politico…
“In quel caso Lombardo dovrebbe ammettere il fallimento di quattro governi in tre anni. Sarebbe chiaro, tra l’altro, che il governo dei tecnici verrebbe lapidato dalle stesse persone che fino a oggi lo avevano osannato. Oggi, anzi, mi sento di esprimere la mia solidarietà nei confronti degli assessori”.

Le sue parole su Russo non sembravano così… solidali.
“Ma Russo non è mica un tecnico. Non lo è mai stato”.

Ultima domanda: tutti, oggi, chiedono l’abolizione delle province. Da Fli all’Udc, passando ovviamente per Lombardo. Lei, che è presidente dell’Unione delle province italiane, che ne pensa?
“Intanto penso che sulle province si sono spesso diffusi numeri non esatti. Ma il tema va affrontato in una ottica più organica che comprenda la possibilità di creare le città metropolitane, l’accorpamento delle funzioni dei piccoli comuni, e, perché no, la riduzione delle province. L’abolizione è solo uno spot, visto che sono garantite da una legge costituzionale. Ma oggi mi chiedo, come mai al presidente Lombardo, quando era presidente della provincia di Catania e dell’Upi, queste cose non le ho mai sentite dire?”


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