CATANIA – Rientra la protesta dei netturbini che, in due giorni, ha sommerso la città di rifiuti. Gli incontri in Prefettura, di stanotte e di stamattina, hanno dunque dato i frutti sperati, facendo desistere dall’astensione le poche decine di natturbini che avevano incrociato le braccia, impedendo la raccolta della spazzatura in metà della città.
“Dalle 15,30 è ripreso il regolare servizio – spiega a LivesiciliaCatania l’assessore all’Ambiente e la Nettezza urbana, Carmencita Santagati. Già in serata, al massimo entro domani – aggiunge – la città tornerà alla normalità. Fortunatamente ad astenersi sono stati solo una parte dei dipendenti” – conclude. Allarme rientrato, dunque, anche se rimangono gli strascichi polemici di una situazione delicata che si presenta ogni qualvolta ci sono dei ritardi nel pagamento degli stipendi.
“Stancanelli è stato molto abile sin ora a spostare l’attenzione su alcuni temi urbanistici – sottolinea Francesco Navarria, presidente della commissione consiliare alla Nettezza Urbana – rifiutando il confronto sul vero problema in cui versa il Comune di Catania, e cioè la condizione di dissesto finanziario. La gravissima situazione finanziaria, che ancora oggi il sindaco sotto campagna elettorale intende nascondere – aggiungi – è provata dalle difficoltà nel pagamento degli stipendi alla ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti e dai milioni di euro di debiti che continuano ad aumentare senza che il Comune riesca a fronteggiarli. Per questo chiediamo al primo cittadino – conclude – di riferire in aula sulle reali condizioni economiche in cui dell’ente e sulla delibera di pre-dissesto necessaria per accedere al fondo salva enti”.
In seguito all’incontro di oggi, in Prefettura, sulla vertenza tra Oikos, Ato rifiuti e Comune di Catania, Maurizio Attanasio, segretario territoriale della Cisl etnea ha fatto la seguente dichiarazione: «Quanto accaduto negli ultimi giorni anche a Catania è la conferma che il sistema dei rifiuti è saltato. Ogni giorno, in ogni comune della provincia, affrontiamo vertenze analoghe. La nostra preoccupazione è che il rimpallarsi le responsabilità tra amministrazioni comunali, società d’ambito e aziende, non consideri che ci sono in gioco migliaia di posti di lavoro, imprese sull’orlo del fallimento e la cittadinanza che viene privata di un servizio essenziale a fronte di salatissime tariffe. «È urgente, quindi, che sia convocato un tavolo territoriale con tutti i soggetti interessati, seguendo anche precise linee di relazioni sindacali e industriali, e quindi riportare il confronto alla Regione Siciliana che non può lasciare da soli i comuni in questa vicenda».