Prenderà il posto dell'Avviso 20 | Ecco il "Piano giovani" - Live Sicilia

Prenderà il posto dell’Avviso 20 | Ecco il “Piano giovani”

Un intervento complessivo di oltre 450 milioni, ricavati dai Fondi europei. Così il governo regionale prova a sopperire alla scelta di "chiudere anticipatamente" l'Avviso 20. Ecco nel dettaglio destinatari, cifre e finalità del "Piano" che dovrà salvare la Formazione siciliana.

PALERMO – Ha soppiantato, o meglio, presto soppianterà l’Avviso 20. E’ stato individuato, infatti, dal governo regionale come la soluzione del problema-Formazione, dopo la scelta di chiudere con due anni di anticipo la storia del mega-bando targato Centorrino-Albert. Ecco, insomma, l’ormai famoso “Piano giovani”. Un insieme di interventi e finanziamenti che serviranno per rimettere in moto il settore della Formazione professionale. E che “ricalca” esattamente, in una delle sue misure, non a caso denominata “Formazione giovani” l’importo dell’Avviso: 286 milioni. Insomma, con quei soldi verranno finanziate le ore del prossimo anno. “I lavoratori stiano tranquilli – aveva infatti assicurato l’assessore Scilabra – l’Avviso 20 ‘chiude’, ma la Formazione prosegue: abbiamo individuato nel Piano giovani le risorse per garantire un futuro ai dipendenti e all’intero settore”. Almeno per quest’anno. Per l’anno prossimo, si vedrà.

La dotazione complessiva del Piano giovani, a dire il vero, ammonta a circa 452 milioni di euro, derivati dalla riduzione del cofinanziamento nazionale del PO FSE Sicilia 2007-2013. E’ stato stimato un coinvolgimento di almeno 50mila giovani nelle nuove misure occupazionali. I soldi derivano dal cosiddetto “Piano di coesione”. Un ramo di finanziamenti europei finalizzato soprattutto all’occupazione. E che segue, nella sostanza, i metodi del Fondo sociale europeo.

Il Piano giovani si articola in tre azioni: “Occupabilità giovani”, “Rafforzamento del sistema”, “Assistenza e promozione”. Ognuno di questi, ovviamente, ha finalità e stanziamenti diversi. Andiamo con ordine.

L’azione “occupabilità giovani” agisce in cinque direzioni diverse: giovani professionisti, giovani in impresa, formazione giovani, pratica dell’apprendistato e transizioni al lavoro stabile, prima impresa giovani.

Ma è l’azione denominata “Formazione giovani” a ricalcare, in un certo senso, l’ormai defunto Avviso 20. E quando si parla di giovani, il “concetto” deve essere visto in maniera un po’ estesa. Si parla infatti di “N.e.e.t”, un acronimo che sintetizza lo status di “individui che non stanno ricevendo un’istruzione, non hanno un impiego o altre attività assimilabili”. L’azione prevede diversi interventi, rivolti a enti e lavoratori.

Per gli enti, ad esempio, sono previsti dei bonus premiali per chi riesce a collocare giovani in azienda (500 euro per ciascun destinatario del corso assunto a tempo determinato per 12 mesi; 750 euro per ciascun destinatario del corso tempo assunto a tempo determinato per 24 mesi o con contratto apprendistato; 1000 euro per ciascun destinatario del corso se il contratto è a tempo indeterminato.

Previsti anche incentivi per le imprese che assumono alla fine del percorso formativo: 6 mila euro per assunzione a tempo pieno e indeterminato, 3 mila euro per contratti a tempo indeterminato part-time, apprendistato, o contratto a tempo determinato di almeno 24 mesi. La dotazione finanziaria dell’intero “pacchetto Formazione” è di 310 milioni. Di cui – ecco la curiosità – 286 milioni sono stati stanziati per le attività di orientamento/formazione. Una cifra identica all’annualità dell’Avviso 20. “I soldi non erano scomparsi, erano lì”, aveva del resto indicato l’ex dirigente generale Ludovico Albert.

Ma anche le altre misure della linea “Occupabilità”, sono rivolte ai giovani. Giovani professionisti e giovani in impresa, ad esempio. Le azioni prevedono l’erogazione di un assegno mensile di 600 euro per lo svolgimento di attività presso studi professionali (e in questo caso, il giovane professionista destinatario dell’assegno mensile non deve avere rapporti di parentela entro il 3° ed affinità entro il 2° grado con i soci dell’impresa presso cui svolgerà l’attività), o un assegno di 500 euro per un tirocinio di sei mesi rivolto a giovani diplomati e/o in possesso di qualifica professionale mediante l’offerta di una esperienza di lavoro. Previsti in entrambi i casi incentivi all’assunzione, rivolti alle imprese e agli studi professionali. Per i “giovani professionisti” il Piano prevede uno stanziamento di 11,64 milioni di euro, per i “giovani in impresa” di circa 33 milioni.

Per il potenziamento dell’apprendistato è previsto invece uno stanziamento di circa dieci milioni: servirà per creare nuovi corsi, Master e fornire incentivi per assunzioni a tempo indeterminato. Il Piano giovani, inoltre, punta a creare nuova impresa, attraverso fondi per un ammontare di circa 14 milioni, rivolti a giovani che vogliono “provarci”. I fondi serviranno infatti per attività di formazione e consulenza specialistica, per il sussidio allo “start up” e per interventi di credito agevolato.

Ma prima di arrivare al bando, bisognerà “formare i formatori”. E anche gli impiegati amministrativi, a dire il vero. Per questo, l’assessorato ha previsto, nei confronti degli “addetti ai lavoratori” (una cifra che oscilla tra i cinque e i novemila dipendenti), attività di riqualificazione e aggiornamento. Anche queste finanziate dal Piano giovani. Siamo infatti nella mega-azione denominata “Rafforzamento del sistema”. Un’azione che prevede, appunto, uno stanziamento di 45 milioni per le attività, tra le altre, di riqualificazione e aggiornamento (circa 8 milioni di euro), ma anche oltre 28 milioni per la creazione di un “Fondo a sostegno dell’esodo e della mobilità del personale in esubero nonché azioni di concentrazioni/aggregazioni di enti”. Insomma, è qui il “cuore” vero della riforma. Del cambiamento. Altri 19 milioni serviranno, tra le altre cose, per aggiornare l’anagrafe scolastica, per l’aggiornamento dei dipendenti degli Sportelli per l’impiego e per il rafforzamento e lo sviluppo di reti informatiche.

L’ultima misura, riguarda l’assistenza tecnica e il monitoraggio (prevista una dotazione di 6 milioni) e l’attività di promozione e pubblicità (due milioni circa). Questo, insomma, il punto di partenza. Il nuovo “testo-base” della Formazione siciliana. Il bando che verrà predisposto e l’ammissione di corsi ed enti, dovrà innestarsi su questo “scheletro”.

“Adesso – spiega però Massimiliano Urso, esperto nella progettazione nel settore della Formazione – il vero ‘nodo’ sarà rappresentato dai tempi. Bisogna far presto. Intanto, il Piano prevede l’innovazione delle norme di accreditamento. Va fatto subito: visto che gli enti avranno a disposizione poi 90 giorni per adeguarsi. Poi, credo sia necessaria una proroga, almeno al 31 luglio, delle attività di riqualificazione, al fine di limitare al massimo il periodo in cui i dipendenti si troveranno senza stipendio, in attesa della pubblicazione del nuovo bando. Perché la priorità – prosegue Urso – dovrebbe essere proprio questa: salvaguardare i lavoratori. La vera riforma si vedrà nei prossimi mesi. Quello che si fa in uno stato di emergenza – conclude – non si può infatti ancora definire una vera riforma”.


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