CATANIA- L’inchiesta sulla morte di Nicole, la neonata deceduta durante il trasporto verso Ragusa per la mancanza di posti letto negli ospedali etnei, sta per entrare nel vivo.
Le indagini, affidate alla Polizia, sono coordinate dal Procuratore Capo Giovanni Salvi e affidate ad Alessandra Tasciotti, nota per le importanti inchieste effettuate negli ultimi anni.
Domani sarà conferito l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sulla salma della bambina.
Il collegio sarà composto da un medico legale, da un ginecologo e da uno specialista di neonatologia e rianimazione.
Gli indagati sono almeno 15, tra burocrati e medici che, a vario titolo, hanno avuto un ruolo nella vicenda.
Due i filoni dell’inchiesta. Il primo punta sull’individuazione delle dirette responsabilità nella morte della neonata, gli investigatori della Polizia hanno spiegato che l’indagine segue anche “le ipotesi omissive relative a comportamenti che possano aver contribuito all’evento per l’individuazione dell’unità di rianimazione, in relazione alle informazioni ricevute circa le condizioni critiche in cui versava la bambina”. In pratica la Polizia sta verificando se, sulla base delle condizioni della neonata, sono state rispettate tutte le procedure previste.
Gli inquirenti ritengono che le caratteristiche dell’ambulanza sono risultate idonee al trasporto in rianimazione neonatale”. Al bordo del mezzo ci sarebbero stati anche medici rianimatori.
La seconda pista fa tremare i piani alti della politica. “Si procede -sottolinea la Polizia-separatamente alla valutazione di responsabilità per omissione con riferimento alla messa a disposizione delle unità di rianimazione neonatale, alle segnalazioni di insufficienza di quelle funzionanti, alla previsione di meccanismi atti a far fronte ad emergenze nella situazione data”.
Le eventuali omissioni, e la mancata messa a disposizione delle unità di rianimazione neonatale, e la “previsione di meccanismi atti a far fronte ad emergenze nella situazione data” dipenderebbero da burocrati e amministratori regionali