Nicolosi: “No alla politica dei settantenni” - Live Sicilia

Nicolosi: “No alla politica dei settantenni”

Il candidato a cinque stelle si smarca e segna la differenza rispetto ai suoi competitor.

CATANIA – Gaetano Nicolosi, fotografo, 35 anni, attivista a cinque stelle da ben quattro anni. Ovvero: uno dei fondatori del meet up di Ramacca. Ecco il ritratto del più giovane sfidante di Franco Zappalà alla carica di primo cittadino del Comune calatino. Un curriculum fatto di parole d’ordine dal vago sapore prendere o lasciare: “Ho sempre seguito – racconta a LiveSicilia – la scia di Beppe Grillo, sin da quando lavorava alla Rai. Mi è sempre piaciuto il suo modo di leggere i fatti della politica in funzione della trasparenza. Il Movimento cinque stelle mi ha poi dato l’input per occuparmi di politica in maniera diretta: mi ha dato coraggio”.

Infatti, coraggio.

La gente ci segue. C’è molta partecipazione intorno al nostro progetto, nonostante siamo al Sud e nonostante la gente di qui abbia una certa remora a esporsi.  Credo però che sia davvero la volta buona per imprimere una svolta. Giornalmente ricevo segnali di consenso. Insomma, stiamo crescendo esponenzialmente.

La vostra ricetta per Ramacca?

In primo luogo c’è il bilancio partecipato, uno dei punti fondamentali del programma a cinque stelle. Noi vogliamo una pubblica amministrazione accessibile al cittadino. Per questo il sito comunale deve essere potenziato, anche per dare visibilità alle nostre potenzialità territoriali, all’artigianato e all’agricoltura.

Ecco, parliamo di agricoltura, un settore in crisi.

È necessario potenziare il ruolo delle organizzazioni di produttori, incentivare i liberi consorzi.  Ramacca produce, produce tanto, ma è culturalmente in dietro, appunto perché non riesce a vendere ciò che di meglio ha in serbo.  O almeno, non riesce a farlo senza intermediari. In questo modo però non possiamo affrontare la concorrenza globale e del nord Africa in particolare.

Che idea si è fatta delle polemiche dentro il Pd sulla ricandidatura del sindaco Zappalà?

È chiaro che il Pd non ha più quella identità forte di partito di centrosinistra. Così nel nazionale, così a Ramacca.  Certo, la ricandidatura di Franco Zappalà era legittima; così come la figura di Salvo Vitale avrebbe dato un sussulto d’immagine alla compagine. In fondo, la storia del nostro paese ci dice che nessun sindaco uscente ha la forza di essere riconfermato.

Da dove questo dato?

Guardi, molte delle vicende vissute in questi anni, penso a quelle relative al Cara di Mineo, hanno fatto perdere popolarità al nostro sindaco. Per anni, anche per motivi istituzionali, Zappalà è stato assente. E i cittadini l’hanno avvertito.

Progetto Sicilia pesca nel vostro medesimo bacino di protesta. Teme la loro presenza?

Il loro candidato sindaco è tutto fuorché un volto nuovo della politica. Il modo in cui si pone lascia a desiderare. Sul loro progetto, francamente, non capisco da dove potranno trovare i fondi per realizzarlo.

Limoli, un grande vecchio della politica, torna in gioco.

In realtà è responsabile di tutte le grandi scelte politiche fatte a Ramacca in questi anni, sia in maniera diretta che indiretta. Ha fatto sempre il buono e il cattivo tempo qui. Non dimentichiamo che Limoli è uomo vicino all’ex senatore Firrarello, al sottosegretario Giuseppe Castiglione, in questo momento al Governo insieme al Pd.

Quindi?

Nelle sue liste c’è di tutto, da uomini vicini ad Adolfo Messina di Pubbliservizi, ai fratelli Lombardo. Una lista è addirittura composta da dissidenti del Pd. Quello di Limoli è un cartello di voti, non un progetto votato al bene comune.

La morale?

È che in questo momento storico di grandi crisi ci vogliono energie per amministrare una realtà come la nostra.

E lei le ha?

Io ho 35 anni, non 70. Credo che questo in parte basti.

 


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