Niente soldi per l'assistenza| a 184 disabili mentali - Live Sicilia

Niente soldi per l’assistenza| a 184 disabili mentali

Chiedono sostegno al Comune ma l'assessore Trojano lascia poche speranze: "Noi abbiamo l'obbligo di portare avanti il protocollo - afferma - e realizzeremo le strutture previste. Questo progetto - conclude - non sapremmo come finanziarlo".

CATANIA – “Questa è una Regione veramente speciale perché fonda i percorsi riabilitativi sull’esclusione”. L’accusa è grave ma la situazione da cui scaturisce sembra esserlo ancora di più. A parlare sono infatti i genitori, riuniti nell’associazione “Famiglie per la vita”, degli utenti del progetto “C’è di più – Centro diurno potenziato”, avviato un anno e mezzo fa e del quale fanno parte ben 184 soggetti adulti con disabilità mentale. Il progetto, finanziato con i fondi della 328, il 28 febbraio, infatti, terminerà, con grande disperazione degli utenti e dei loro familiari, che dovranno trovare un’alternativa per garantire i servizi che, fino a oggi, hanno consentito ai propri figli di socializzare e affrontare la malattia mentale in modo complementare rispetto alla terapia farmacologia.

“La legge di integrazione socio-sanitaria prevede un piano individuale per la riabilitazione – spiega Gisella Summa, psichiatra responsabile del progetto – che noi, di fatto, abbiamo anticipato, proponendo un modello d’avanguardia a supporto di utenti le cui patologie vanno dal disagio sociale alla malattia psichiatrica”. Un successo testimoniato anche dai rappresentanti della cooperativa Team che di fatto assistono, con l’ausilio di esperti e personale specializzato, gli utenti. “Dati gli ottimi risultati ottenuti – afferma Andrea di Stefano, referente della cooperativa, abbiamo scritto a Comune e Asp per chiedere di proseguire le attività i cui benefici sono testimoniati da utenti e dai loro familiari. Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni: per chiedere di cercare le risorse per fare in modo che un’attività collaudata e dagli effetti benefici, non venga interrotta”.

Basterebbero circa 380 mila euro per prolungare di un anno il programma. Di questi, al Comune chiederebbero solo 270 mila euro; il resto li metterebbero Asp e la stessa cooperativa. Soldi che, però, non sembrano essere né nella disponibilità della Regione, e men che meno in quella del Comune che, oltre tutto, ha già avviato una revisione dei fondi della 328, e sottoscritto con l’Asp, a settembre, un protocollo d’intesa per il Piano d’Azione Locale per la Salute Mentale. “Di questo progetto il Comune non gestisce nulla – spiega l’assessore comunale all’Armonia sociale, Fiorentino Trojano – dal momento che è stato interamente finanziato dalla 328. Noi – prosegue – nell’ambito del Piano per la Salute mentale, abbiamo previsto 2 centri diurni per le patologie psichiatriche, uno per la neupsichiatria infantile e uno per le dipendenze”. Insomma, l’amministrazione comunale, d’intesa con l’Asp, ha già predisposto nel protocollo quanti e quali saranno i centri diurni. “Noi abbiamo l’obbligo di portare avanti il protocollo – continua Trojno – e realizzeremo queste strutture che saranno cogestite dall’Asp”. Qui, secondo l’assessore, potrebbero trovare posto anche gli utenti del progetto “C’è di più”. “Questo progetto – prosegue Trojano – non sapremmo come finanziarlo”.

Quel che è certo è che genitori e utenti sono pronti ad alzare la voce perchè, un esperimento così riuscito come quello in questione, possa continuare. “Non possiamo permettere – affermano i familiari degli utenti – che 200 ragazzi vengano ricacciati nel limbo o nel baratro e che 200 famiglie debbano sopportare tutta questa responsabilità”.

 


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