(rp) Succede anche questo a Palermo. Una clochard di nome Ninetta comincia a diventare figura mediatica solo perché muore. Almeno così si dice. E ha inizio la processione dei saluti, con le lacrime di coccodrillo di quelli che la sfottevano e continueranno a farlo, perché, nel frattempo, si è saputo che Ninetta è viva e lotta insieme a noi. Certo, noi pubblichiamo un “addio” che ha un difetto: dice la verità in faccia ai sepolcri imbiancati. Quelli che amano l’anima immortale dei trapassati, dopo avere schifato i medesimi in vita. Livesicilia pubblica la notizia della dipartita come tutti gli altri. Poi si scopre che forse Ninetta è viva. Facciamo di più. Mandiamo una cronista a controllare. Ninetta è viva ed è ricoverata in via La Loggia. Alcuni lettori ci rimproverano con un piglio tale che va molto oltre l’oggetto della questione: cioè il diritto-dovere di cronaca. E’ un’acredine talmente ingiustificata da lasciarci con la coscienza tranquilla. La canzone per Ninetta sull’ipocrisia di Palermo è ancora validissima. A prescindere da Ninetta.
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