Ninni, una vita spezzata a 30 anni| Il bimbo lotta tra la vita e la morte - Live Sicilia

Ninni, una vita spezzata a 30 anni| Il bimbo lotta tra la vita e la morte

Il piccolo, ricoverato all'ospedale dei Bambini in Rianimazione, è in condizioni disperate. Gli amici e i conoscenti di Grado pregano per il bambino e ricordano Nicolò: "Una vita di sacrificia la sua, ma serena".

LA TRAGEDIA DI SANTA FLAVIA
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PALERMO – Si guadagnava da vivere rivendendo il ferro vecchio. Lo raccoglieva a Bagheria o nel paese in cui si era trasferito ormai da anni, Santa Flavia. Nella piccola borgata marinara Nicolò Grado, 30 anni, aveva coronato il suo sogno d’amore: viveva con la moglie e il suo bambino da quando aveva deciso di sposarsi e, nonostante i lavori saltuari, conduceva una vita definita “umile, ma felice e tranquilla” da chi lo conosceva.

E così, tra la raccolta del ferro e l’attività di piccoli trasporti, era sempre in giro a bordo della sua Ape Piaggio, la stessa che si è schiantata contro un furgone dell’Sda, che si occupa di spedizioni espresse in tutta Italia. La sua giovane vita si è spezzata mentre stava percorrendo la strada statale 113, a pochi metri dal cimitero del paese: è morto sul colpo mentre suo figlio, di 12 anni, è rimasto gravemente ferito.

Le sue condizioni sono disperate: dietro quella porta del reparto di Rianimazione c’è chi attende una buona notizia o qualche parola che possa alimentare la speranza. C’è chi conosceva sin da piccolo il papà del bambino, originario della zona del Villaggio Santa Rosalia, ed è lì per fare coraggio ai suoi parenti.

Il bambino – come spiegano dall’ospedale – ha riportato pesanti traumi in seguito all’impatto violento. Le gravi emorragie, di conseguenza, hanno provocato forti scompensi al piccolo, che adesso lotta per sopravvivere.

“Con Ninni – gli amici chiamavano così Nicolò – siamo cresciuti insieme, dice un giovane che vive nel quartiere in cui Grado è nato. “Sono distrutto, questa terribile notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno”. Al dolore per la perdita di un caro amico, si aggiunge quello per le condizioni del bambino: “Adesso dobbiamo pregare per lui, il Signore deve aiutarlo, deve avere la forza di sopravvivvere – dice un altro giovane – perché questa tragedia sarebbe ancora più straziante”.

Il bimbo resterà sotto osservazione, con la speranza che le sue condizioni si stabilizzino definitivamente, mentre la dinamica dell’incidente sarà ricostruita con precisione dai carabinieri della stazione di Bagheria. Bisognerà accertare le eventuali responsabilità e capire come l’impatto sia stato così violento, al punto da fare accartocciare i due mezzi.

Il piccolo, così come il padre, è stato estratto dalle lamiere dell’Ape dai vigili del fuoco, arrivati su quella strada che in molti, ormai, definiscono “maledetta”. Quello di Grado, infatti, è l’ennesimo incidente stradale mortale avvenuto lungo la statale 113.


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