PALERMO – Due anni fa è tornata al suo suo lavoro che aveva perso per colpa del cognome. Ora a Maria Concetta Riina è stata sequestrare la casa in cui vive e che secondo i giudici sarebbe riconducibile al padre Gaetano, fratello di Totò Riina, e condannato per mafia. La decisione è della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
I legali di Gaetano e Maria Concetta Riina, gli avvocato Giuseppe La Barbera e Pietro Riggi, contattati da Livesicilia, annunciano battaglia: “La nostra cliente sta pagando due mutui, uno per l’acquisto della casa e l’altro per le spese del matrimonio, frutto di anni di sacrifici e duro lavoro come impiegata. Non si comprende cosa c’entri il padre”.
L’immobile si trova a Mazara del Vallo ed è intestato formalmente alla donna dal 2005. Valore dell’acquisto: 97 mila euro. In effetti è stata lei a stipulare un mutuo da 120 mila euro: il dato superiore al prezzo di vendita renderebbe sospetta l’operazione.
Secondo l’accusa, inoltre, tutto è avvenuto quando ancora Maria Concetta Riina viveva in casa con il i genitori. Non si era ancora sposata e non aveva un reddito tale da affrontare le spese di acquisto e di ristrutturazione. Una ristrutturazione di cui parlava Gaetano Riina durante i colloqui in carcere a conferma del fato che sarebbe stato lui a sborsare centomila euro per i lavori. Oltre alla casa finiscono sotto sequestro alcuni conti correnti.
Maria Concetta Riina due anni fa ha vinto una battaglia legale ed è stata riassunta in una concessionaria di automobili. La parentela con un boss sanguinario non poteva giustificare il licenziamento. Neppure se si è una Riina. E così la donna, 41 anni, fedina penale immacolata, è tornata in servizio. Lo decise il Tar andando contro ad un’interdittiva della prefettura di Trapani.