“Dal 2003 ad oggi le Società d’ambito (spa e consorzi), introdotte dalla riforma regionale per cercare di rendere più efficiente il sistema di gestione dei rifiuti, hanno accumulato e non pagato circa 900 milioni di euro di debiti nei confronti delle imprese del settore. Oggi, anzichè avviare azioni di responsabilità nei confronti di chi si è reso responsabile di questo enorme deficit, è in corso all’Ars il tentativo, nell’ambito del disegno di legge sulle misure anticrisi, di cancellare la responsabilità degli amministratori degli Ato e di scaricare sulle imprese creditrici il peso dei disastri provocati da queste gestioni”.
E’ quanto si legge in una nota di Confindustria Sicilia che continua: “L’articolo 59 prevede che i commissari liquidatori degli Ato, assistiti dalla Regione con advisor, attraverso operazioni di ‘finanza creativa’ cedano alle banche i crediti vantati nei confronti dei Comuni morosi, e utilizzino il ricavato (solitamente inferiore rispetto al credito ceduto) per saldare a transazione i debiti con le aziende. Ciò porterebbe le imprese, che per oltre cinque anni hanno garantito forniture e servizi fidandosi delle istituzioni, ad incassare molto meno dei propri crediti. Compiere e annunciare questa scelta deve fare riflettere Governo e Parlamento: in gioco c’è la credibilità della Regione siciliana”.
“I debiti devono avere un valore – dice il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello – se la Regione fa passare nel settore dei rifiuti il principio che i debiti non hanno più un valore economico e legale, ciò finirà per estendersi ad altri settori portando l’intero sistema economico al collasso”. Secondo il presidente degli industriali dell’Isola, “la fallimentare esperienza degli Ato rifiuti non puo’ essere chiusa con colpi di spugna e scaricando l’intero onere dei debiti pubblici sulle casse delle imprese. La vicenda va affrontata con rigore e impone di avviare azioni di responsabilita’ nei confronti di quegli amministratori che si sono resi responsabili di mala gestione, e di tutti coloro che hanno avallato queste situazioni”.
“La riforma con una legge organica – conclude Confindustria Sicilia – non è rinviabile ed è ciò che occorre: siamo pronti ad offrire a Governo e Parlamento collaborazione per superare la crisi che e’ frutto di azioni e condotte di chi per via politica ha cercato di condurre attivita’ imprenditoriali”.