“No alla discarica di scorie nucleari in provincia di Trapani”

“No alla discarica di scorie nucleari individuata in provincia di Trapani”

Intervengono gli esponenti del Pd, Sicindustria e i sindacati
L'INTERVENTO
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TRAPANI – “Pensare di trasformare una porzione di territorio della provincia di Trapani in una discarica di rifiuti nucleari è una follia nella follia: non solo perché le aree individuate, quelle di Calatafimi Segesta e Fulgatore, sono zone a forte valenza agricola e turistica ma anche perché trasferire le scorie in Sicilia, via mare, significherebbe un aggravio di costi del tutto ingiustificabile. Oltre che un incremento del rischio di inquinamento ambientale che potrebbe provocare danni inimmaginabili”.
È perentorio il no del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo della deputata nazionale Giovanna Iacono e del deputato trapanese dei Dem Dario Safina dopo che la Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (Cnai) ha individuato tra le cinque zone italiane anche la provincia di Trapani quale area idonea al deposito.

“Decisione assurda”

“Non possiamo che ribadire dunque – continuano Barbagallo, Iacono e Safina – quanto già sottoscritto nel documento redatto qualche anno fa dall’Amministrazione comunale di Trapani che poneva tutta una serie di criticità rispetto alla installazione dei siti di smaltimento in provincia di Trapani. In sostanza, questa valutazione di idoneità è assolutamente irrispettosa delle osservazioni fatte per il bene del territorio che erano invece assolutamente pertinenti. Si tratta di zone con grandi prospettive sia dal punto agricolo che turistico, che andrebbero invece rivalutate piuttosto che mortificate trasformandole in una discarica per scorie nucleari”.
“E’ assolutamente necessario – concludono il segretario regionale e i deputati nazionale e regionale Dem – che il governo Schifani prenda subito una posizione incontrovertibile contro questa assurda decisione per bloccare l’ennesimo scempio della nostra amata terra di Sicilia”.

L’intervento di Sicindustria

La prima levata di scudi porta la data del 6 gennaio 2021. Ossia quando la Sogin, la società pubblica del nucleare, decise di includere anche la Sicilia nella Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.  A distanza di quasi tre anni, ecco che la questione sembra assumere sempre più il carattere dell’emergenza: il ministero dell’Ambiente, infatti, ha pubblicato l’elenco delle 51 zone dove poter realizzare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. Due sono in Sicilia, in provincia di Trapani, ossia il capoluogo e Calatafimi-Segesta. “Si tratta di una proposta non accettabile – commenta il presidente di Sicindustria Trapani, Vito Pellegrino – perché parliamo di due delle zone più pregiate dal punto di vista paesaggistico, turistico, archeologico e agricolo e pensare minimamente di realizzare in questi luoghi un deposito nazionale di rifiuti radioattivi appare una idea assurda, frutto di una valutazione quantomeno superficiale. Se questo non fosse sufficiente, segnaliamo anche che la provincia di Trapani è caratterizzata da una forte carenza infrastrutturale che riguarda soprattutto il settore dei trasporti”.

Il “No” dei sindacati

“Affermiamo la più totale contrarietà di Cgil, Cisl e Uil Trapani al deposito di scorie nucleari nei due siti individuati in provincia nelle frazioni di Segesta e di Fulgatore”. Lo dichiarano i segretari generali delle tre sigle sindacali trapanesi Liria Canzoneri, Leonardo La Piana e Tommaso Macaddino.
“È bene sottolineare, innanzitutto, – aggiungono – che l’Italia non produce scorie radioattive in quanto gli impianti nucleari non sono consentiti dalla legge, per cui sarebbe un vero e proprio controsenso permettere l’esistenza di impianti di smaltimento. A chi pensa agli eventuali guadagni diciamo che i settori produttivi ed economici a cui questo territorio è votato e su cui deve puntare sono ben altri, quali quelli agroalimentare, ittico e turistico, solo per fare qualche esempio”.
Canzoneri, La Piana e Macaddino concludono dicendo che: “Ci auguriamo che il governo regionale si mobiliti affinché il territorio trapanese, e siciliano tutto, non diventi la discarica nucleare di qualche paese estero. Il momento per agire è adesso e non bisogna perdere tempo”.


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