Gioeni, parla il direttore dei lavori Mirone: |"Il Comune non ha soldi per la segnaletica" - Live Sicilia

Gioeni, parla il direttore dei lavori Mirone: |”Il Comune non ha soldi per la segnaletica”

Secondo quanto affermato da Mirone, a rallentare l'apertura della rotonda sarebbe anche l'assenza di fondi da parte dell'amministrazione. "Se mancano i soldi non è che si possono fare molti lavori in più - afferma - le imprese lavorano per guadagnare mica per rimetterci”.

Ancora ritardi
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CATANIA – Anche Sant’Agata è passata, ma dell’inaugurazione della rotonda che dovrebbe sostituire il cavalcavia del tondo Gioeni non sembra esserci traccia. Certo, la settimana ancora non è finita e l’amministrazione comunale potrebbe procedere – a sorpresa – con la consegna alla città entro questa domenica. I due torna indietro, è vero, sono stati asfaltati e sono pronti ad accogliere le macchine e, apparentemente, sembrerebbe mancare poco, pochissimo, per siglare il lieto fine di questa favola che ha tenuto tutta la città con il fiato sospeso da agosto fino ad ora. Ma, stando ad alcuni dettagli ancora evidentemente incompleti, la data sembrerebbe destinata a slittare ulteriormente.

A sentire Rosario Mirone, il direttore dei lavori del Nodo Gioeni, infatti, questo lieto fine è ancora da venire. “Proprio oggi (4 febbraio, nda) gli operai finiranno quasi tutto ma il lavoro non potrà essere consegnato perché il Comune non ha i soldi per provvedere alla segnaletica né ha pagato la ditta che ha eseguito i lavori. Se si esclude la tranche di due milioni che è gia andata alle banche. L’insolvenza di queste amministrazioni è il male peggiore di questi tempi e non c’è nessuno che li sanzioni mentre imprese e privati sono vessati da interessi e sanzioni! Ci sono imprese che aspettano il pagamento delle fatture dal 2010 e anche di più”. Direttore ci è stato detto che i soldi sono stati accreditati da tempo ormai. “Vero. Eppure Ho fatto giri e viaggi a non finire in questi giorni. Ma alla fine all’impresa hanno dato solo una parte”. E lei è stato pagato? “A me hanno pagato le fatture della realizzazione di viale Fleming, quelle del consolidamento del ponte che poi non si è fatto, ma sono ancora in attesa di quelle che riguardano le ultime perizie di variante e ovviamente anche della direzione dei lavori di realizzazione della rotonda”.

Le parole di Mirone mal si sposano con le risposte che l’assessore ai Lavori Pubblici, Luigi Bosco aveva dato alla fine della scorsa settimana assicurando che entro la settimana di S. Agata il Nodo Gioeni sarebbe stato riaperto, ma astenendosi dal dare date precise. Ma allora cosa manca per completare? Ed è esatto dire che il problema è la segnaletica, quella stessa segnaletica che per Bosco “è a carico dell’impresa”? E ancora, cosa succederà a “rotonda” aperta? Le domande non mancano, mancano piuttosto risposte puntuali. In ogni caso, per agevolare, se non la circolazione, la comprensione, ripercorriamo alcune tappe significative, fotografando la situazione a oggi.

Via del Bosco. Percorrendo la Circonvallazione in direzione Misterbianco-Ognina si entra in via Del Bosco dove la caditoia, che prima attraversava tutta la stradina, è rimasta della stessa larghezza nonostante la strada sia stata allargata a venti metri (dai 12 previsti prima della realizzazione del parcheggio riservato ai palazzi che la costeggiano). Eppure la prima cosa che si nota, procedendo con la macchina, è quello di trovarsi sopra un trampolino. Non abbiamo fatto la prova con la moto, ma la sensazione potrebbe somigliare a quella che si prova sulle montagne russe. Mentre atterrate, stando attenti a non superare il limite di velocità – è imposto a 20km/h – girate lo sguardo verso il terrapieno che vi sovrasta a sinistra. Forse le piogge lo livelleranno distribuendo equamente il terriccio in via Etnea. Oppure sarà il vento a livellarlo gettandolo in faccia ai pedoni che salgono contromano, come è successo a me ieri pomeriggio. Ma sappiate che anche “quello rimarrà così. Del resto – continua Mirone – se mancano i soldi non è che si possono fare molti lavori in più. Le imprese lavorano per guadagnare mica per rimetterci i soldi”.

Illuminazione. Al momento c’è solo un palo montato, ma Bosco ci assicura che “in questo tratto è prevista quella ordinaria di città. La torre faro – che qualcuno si aspettava – si prevede solo negli svincoli autostradali”. Intanto i residenti delle palazzine di via Del Bosco, incontrati sul posto, si sono attrezzati con le torce elettriche.

Spartitraffico e torna indietro. Ce ne sono tre. Grandissimi e ancora incompleti. I primi due delineano la rotonda (che rotonda non è) conferendole una forma a mandorla e custodiscono al loro interno i due torna indietro dedicati. Quello a sud (con la gobba a Ognina) “dovrebbe” servire solo a chi, provenendo da Misterbianco, intenda tornare sui suoi passi. Quello a nord (con la gobba a Misterbianco) dovrebbe servire solo a chi, provenendo da Ognina, deve andare in via Caronda o di nuovo verso Ognina. Insomma, e qui entra in gioco il terzo spartitraffico che disegna una “V” sopra via Etnea, nessun accesso su via Etnea tranne per chi proviene da Misterbianco. Sempre ammesso che l’accesso in via Etnea sarà possibile a tutti e che la viabilità di via Ardizzone Gioeni non venga ribaltata così come si era pensato. In questo modo autobus, ambulanze, taxi e mezzi autorizzati vari per accedere alla corsia preferenziale di via Etnea dovranno utilizzare il torna indietro di viale A. Doria. Identico discorso per chi percorre via Etnea con l’intenzione di andare verso Misterbianco. A loro non dovrebbe esser consentito l’uso del torna indietro a sud ma quello di viale Odorico Da Pordenone. Ma allora qual è il valore effettivo dei due torna indietro? Secondo Giacomo Gugliemo, l’ingegnere che ha ideato il Brt durante l’amministrazione Stancanelli, “Nessuno”. E aggiunge: “La rotatoria su un unico livello – dai tre precedenti – non risolve il problema soprattutto in direzione Misterbianco-Ognina. Non aprire i due torna indietro ma utilizzarli come rotatoria – continua Guglielmo – sarebbe la soluzione più logica per non creare altro traffico”.

Ricostruire il ponte. “Non aprire i torna indietro non risolve il problema di una “città divisa in due che il vecchio cavalcavia aveva unito consentendo la creazione – ci dice Guglielmo – di Catania città metropolitana. L’unica strada possibile è la ricostruzione del cavalcavia o un sottopasso a doppio senso.

Il nuovo torna indietro. Quello ipotizzato quasi davanti la chiesa Madonna di Lourdes si farà o non si farà? L’ultima parola spetta all’Utu (Ufficio traffico urbano) che “sta studiando tutti gli impatti sulla viabilità – ci dice Bosco -. Una valutazione che continuerà, dopo l’apertura della rotonda, sul traffico reale. Solo allora si deciderà” se è il caso o meno di realizzare questo nuovo torna indietro in un tratto di strada che attualmente – da un torna indietro all’altro – misura solo 400 metri.

Inaugurazione. Per questa ci vuole pazienza, un po’ di terra per riempire gli spartitraffico e qualche pianta per dar loro un certo senso estetico. La data arriverà.


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