CATANIA – Piccolo terremoto politico. La nomina di Luca Blasi, vicino a Sicilia futura, ai vertici della Sostare, fino a ieri presieduta da Gilberto Cannavò, uomo vicinissimo ad Articolo 4 non solo rispecchia la difficile convivenza delle varie correnti all’interno del Partito democratico, e i rapporti non più sodali tra il primo cittadino Enzo Bianco e gli alleati (?) di Articolo 4, ma potrebbe provocare reazioni a catena che potrebbero culminare, ma il condizionale è un obbligo, anche nell’abbandono della maggioranza da parte di ben 7 consiglieri.
Il gruppo che fa capo ai deputati regionali Luca Sammartino e Valeria Sudano, infatti, potrebbe non supportare più l’azione amministrativa – non che sia stato sempre allineato, tutt’altro, come dimostra la vicenda Sidra – come fatto ad esempio in occasione del voto del bilancio consuntivo, per tirare ancora un po’ la corda, o passare a rimpinguare le fila dell’opposizione. Ipotesi, non troppo peregrine comunque, che potrebbero ripetersi anche nelle società partecipate, le cui poltrone apicali sono da sempre utilizzate come posti di sottogoverno. Di quelle del comune di Catania, anche l’Asec è gestita in quota Articolo 4, con il presidente Armando Sorbello che, a questo punto dello scontro politico tutto interno al Pd, potrebbe decidere di mollare.
Una decisione che potrebbe non cambiare una virgola negli equilibri di Palazzo, come già accaduto dopo le dimissioni di Angela Mazzola, al posto della quale il primo cittadino ha pensato di non nominare nessuno. O che, al contrario, potrebbe fare esplodere la guerra, sempre meno fredda, tra i democratici che, a pochi giorni dall’avvio della Festa dell’Unità, non sono mai sembrati tanto divisi.