CATANIA – “Perdonatemi se non parteciperò all’inutile gara di evidenziare i parametri di questa classifica. Non dirò “Non è colpa nostra”, sarebbe troppo facile. Ci sono sempre due scelte possibili quando si accetta di rivestire un ruolo istituzionale: cercare di tenersi a galla rassegnandosi o assumersi le responsabilità di provare a cambiare”. Commenta così all’indomani della classifica pubblicata dal Sole 24 Ore in materia di Università d’Italia, il rettore etneo Giacomo Pignataro, rapprensentante di un ateneo che quest’anno si è visto assegnare il 56esimo posto su 61.
“Non abbiamo bisogno di classifiche per capire dove non andiamo bene – spiega Pignataro – ma è falso che l’Università di Catania sia scivolata nel baratro, se dovessimo rifarla non basterebbero cinquecento anni”. E così il Rettore di Catania invita alla riflessione. “Le graduatorie possono costituire uno strumento utile di orientamento e valutazione ed anche un mezzo per compiere scelte sul governo degli Atenei, ma possono anche diventare veicolo di una rappresentazione distante, l’espediente di una pubblicità disonesta e ingannevole”.
Considerarle dunque sì, ma allo stesso tempo prenderne le distanze. Questo il parere del Rettore di Catania, che prosegue nel suo commento ribadendo l’importanza delle Università soprattutto contestualizzandole al periodo storico attuale, caratterizzato da una profonda crisi. “In una Regione in cui il tasso di disoccupazione giovanile supera il 50% le Università sono un bene comune da tutelare – conclude – sono una risorsa irrinunciabile. Dunque: difendiamole, rinnoviamole, rafforziamole”.