Non ci fu peculato per l'auto blu | Assolta in appello Corsello - Live Sicilia

Non ci fu peculato per l’auto blu | Assolta in appello Corsello

L'ex dirigente era stata condannata in primo grado. La stessa procura generale ha chiesto l'assoluzione.

PALERMO – “Il fatto non costituisce reato” è la formula con cui la Corte d’appello ha assolto Anna Rosa Corsello. È stata ribaltata la condanna a due anni e mezzo decisa in primo grado. L’ex dirigente regionale del dipartimento Lavoro era imputata di peculato per effettuato più di 500 viaggi per un totale di 122.601 chilometri utilizzando un’auto blu, con autista e senza che vi fossero esigenze di servizio.

“Ho sempre creduto e avuto fiducia nella giustizia”, commenta Corsello l’assoluzione, ricordando come in seguito alla condanna di primo grado venne sospesa dal servizio e anticipò il suo pensionamento

Era stato lo stesso sostituto procuratore generale a chiedere l’assoluzione. Non si conoscono le motivazioni, ma la formula fa ipotizzare che sia venuto meno l’elemento soggettivo del reato. Il peculato si commette quando c’è coscienza e volontà di appropriarsi del denaro o della cosa di cui si ha la disponibilità per ragioni di ufficio o di servizio.

Corsello, difesa dagli avvocati Salvatore Tamburo e Claudio Alongi, si spostava tra Palermo e Cefalù – casa-lavoro, lavoro-casa – con macchine di servizio. La contestazione riguardava anche le spese per il carburante e i pedaggi addebitati sul telepass dell’amministrazione regionale. I viaggi sono stati effettuati fra il 14 gennaio 2004 e il 23 febbraio 2011. Corsello, che fino al 2008 era in servizio all’Ufficio provinciale del lavoro per poi passare all’Ispettorato regionale, si è sempre difesa sostenendo che si è trattato di spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro. Insomma, sempre e comunque all’interno delle esigenze di servizio. “Quei viaggi – aveva puntualizza la dirigente – erano legati al mio ruolo. Mi recavo quotidianamente su un territorio nel quale esercitavo la mia competenza. In quel periodo, infatti, dirigevo l’ufficio provinciale di Palermo che aveva competenza su 11 centri per l’impiego, uno di questi è proprio quello di Cefalù. In un altro dei periodi contestati, invece, io dirigevo l’ispettorato regionale del Lavoro. E Cefalù era tra i territori interessati al mio lavoro”. Per Corsello si chiude una vicenda giudiziarie, ma ne starano aperte altre: dagli extra budget della Formazione professionale versati agli enti alla storia di una parcella che avrebbe intascato senza averne diritto.


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