"Non crediamo più nella rivoluzione | Regione immobile e senza idee" - Live Sicilia

“Non crediamo più nella rivoluzione | Regione immobile e senza idee”

La nota dei deputati del Megafono Antonio Malafarina e Marco Forzese: "Bisogna ricominciare a far politica seriamente. Non prendiamoci in giro mettendo dietro una scrivania ragazzini di 30 anni che non sanno come muoversi: serve gente esperta".

CATANIA – “Ricominciare a far politica seriamente, contrastando la confusione e l’immobilità amministrativa della Regione”. Questo il monito lanciato dal deputato Marco Forzese e dal vice capogruppo del Megafono-Pse Antonio Malafarina, nel corso della conferenza congiunta tenuta oggi presso i locali dell’Ars a Catania, per far chiarezza sulla situazione interna al movimento. “Urge affrontare i problemi di una lista come quella del Megafono, la cui politica sostanzialmente non è mai partita”, afferma Forzese. “Vorrei che prima di tutto si parlasse di un percorso serio: non si puó discutere di un rimpasto che deve avvenire da mesi. Trovo inutile, infatti, tenere sulla graticola i siciliani, pensando ad altri interessi, ben oltre la dimensione politica. Da oggi parte un percorso nuovo e una cosa è certa: adesso dobbiamo trovare la forza di collaborare tutti per il bene dei cittadini, perchè non si puó perdere altro tempo”, ha aggiunto.

“Da due anni abbiamo un patto di lealtà con il presidente Crocetta – afferma Antonio Malafarina – inghiottendo a volte anche qualche rospo, e i risultati sono evidenti. Proprio ieri Baccei ha comunicato che mancano 500 milioni di euro dopo aver approvato la manovra finanziaria. Ed è chiaro che la situazione necessiti di chiarezza, perchè dietro la politica ci deve essere un progetto amministrativo, e non si puó andare avanti a commissariamenti. In particolare, secondo il deputato regionale, “è inspiegabile la condizione dell’Irsap, il cui Cda non è stato ancora attivato: “Perchè non si fanno passi avanti? Enti come l’Irsap dovrebbero essere i volani di uno sviluppo che, peró, non arriva mai”, spiega. Numerosi, infatti, sono i problemi e le questioni aperte e mai risolte dal governo regionale: “Nella nostra Regione si possono contare circa 400 progetti, per un valore complessivo di 3 miliardi, ancora in attesa di una risposta. E tutto ció spesso a causa di ricorsi o impedimenti burocratici: la verità è che la Sicilia è bloccata da una burocrazia lenta che crea solo ostacoli al lavoro delle imprese, e non è accettabile”, ha proseguito Malafarina. Altro tema scottante quello della sanità: “Non capisco perchè, dopo anni di governo siciliano di centro-destra, adesso un governo di sinistra debba essere osteggiato da quello nazionale, con la mancanza di risorse. Prendiamo, ad esempio, la questione della spesa sanitaria: noi, in Sicilia, paghiamo 800 milioni in più rispetto ad altre regioni d’Italia. Mi sono scocciato: vorrei mi spiegassero perchè i nostri cittadini debbano spendere di più”, spiega. Ma il problema ha radici profonde che toccano le corde di una rivoluzione mai compiuta: “Crocetta definisce il Megafono “un movimento liquido”, ma dentro nessuno riesce a capire come si deve andare avanti. Io non credo più in questo progetto: l’ho sposato, ho creduto alla storia della rivoluzione, ma adesso non riesco più a riconoscerla. Dobbiamo riaffermare la forza della politica per un cambiamento concreto che va portato avanti con serietà. Inutile che ci prendiamo in giro mettendo dietro una scrivania ragazzini di 30 anni che non sanno come muoversi: serve gente esperta”, afferma Malafarina. Un cambiamento che, secondo i deputati regionali, deve partire da una serie di riforme: “Urge rimettere in moto diversi servizi, come quello del turismo e dell’energia. Non pretendiamo tanto: vogliamo solo che venga salvaguardata la dignità dei siciliani. Di problemi ce ne sono a tonnellate, ma all’Ars non c’è dibattito: ci sono solo confusione e delegittimazione. Rimettiamo al centro della politica il bene dei cittadini, perchè questo deve essere il fine ultimo di un movimento socialista come il nostro. È ora di dire basta.”


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