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Cosa nostra si dà agli investimenti

I retroscena su "S"
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1 min di lettura

Ecco come cambia la strategia di Cosa nostra: meno attenzione al pizzo, più investimenti sui grandi cantieri, sfruttando la collaborazione di imprenditori conniventi. Con tre obiettivi: la metropolitana di Palermo, il raddoppio della
ferrovia Palermo-Messina e un centro commerciale nel capoluogo. La ricostruzione delle nuove vie della mafia emerge dagli ultimi documenti in mano agli investigatori, che saranno pubblicati sul prossimo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato. Il pizzo, però, non è in crisi: alcuni degli imprenditori presenti nella lista delle quindici vittime delle estorsioni trovata dopo gli arresti di Pietro Abbate, Filippo Burgio, Francesco Paolo Lo Iacono e Silvio Mazzucco hanno ammesso di essersi piegati alle imposizioni delle cosche. Segno di una strategia che continua a pagare: secondo gli investigatori, infatti, ogni 100 commercianti, uno denuncia, 59 versano il pizzo senza fiatare, 10 ammettono di essere vittime del racket ma non indicano i nomi e gli altri 30 hanno smesso di pagare ma non si rivolgono agli inquirenti. Una situazione che porta il comandante del Nucleo territoriale dei
carabinieri di Palermo Giuseppe De Riggi a fare una stima: “Gli incassi delle estorsioni – afferma – sono calati solo del 3 per cento”.


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