"Non tutelano la vita, perché parlano?" - Live Sicilia

“Non tutelano la vita, perché parlano?”

"La festa di Sant'Agata allunga, ma solo per adesso, la vita di mio fratello": a parlare, a Mattino Cinque, è Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, l'uomo in coma vegetativo da 7 anni in seguito ad un incidente di moto che i familiari hanno deciso di portare in Belgio per poter staccare la spina.
Il dramma di Salvatore Crisafulli
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“La festa di Sant’Agata allunga, ma solo per adesso, la vita di mio fratello”: a parlare, a Mattino Cinque, è Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, l’uomo in coma vegetativo da 7 anni in seguito ad un incidente di moto che i familiari hanno deciso di portare in Belgio per poter staccare la spina. “Dopo che ho denunciato attraverso i media la mia situazione – spiega Pietro Crisafulli – , ho ricevuto molte telefonate di famiglie che vivono il mio stesso dramma. Per le persone come mio fratello servono solo dei progetti individualizzati, ma, che sia chiaro, ormai non c’é più tempo perché noi siamo con le spalle al muro. La vita è sacra, ma è facile parlare così: cosa hanno fatto lo Stato e la Chiesa per tutelare questa sacralità?”. “Durante un telegiornale, ho sentito il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo che diceva che non poteva fare niente di ciò che io e la mia famiglia abbiamo chiesto – prosegue il fratello della vittima – nonostante quando venne a Catania a trovare mio fratello Salvatore ci promise che avrebbe fatto qualcosa. Oggi, invece, invita a ricoverare Salvatore in una struttura e allora mi chiedo: se ci sono i soldi per finanziare una struttura, come mai non ci sono i fondi per finanziare un progetto individualizzato di tipo ospedaliero domiciliare? Questa è una falsità, perché io conosco oltre 1.200 casi al nord che hanno progetti individualizzati”. “Il comune di Catania non ha fondi – prosegue Crisafulli – e il governo, in sette anni, cosa ha fatto? La regione Sicilia dice che ha tutti i servizi e che segue Salvatore tutti i giorni, ma l’assistenza che gli forniscono è quella che normalmente si dà alle persone anziane e non è adatta ad una situazione come quella di Salvatore; l’infermiere viene, ma soltanto per due ore mentre Salvatore ha bisogno di una presenza costante, di qualcuno che lo fa mangiare, che lo porti fuori”. La comunità di Don Benzi ha risposto all’ appello di Pietro Crisafulli, proponendo sia l’assistenza diretta che di farsi carico dell’assistenza di Salvatore; “possiamo fare assistenza domiciliare e accogliere Salvatore nelle nostre comunità. Noi diamo la nostra disponibilità ad esserci in un cammino di condivisione”.


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