Non è bastato eleggerne uno. Ad aggiudicarsi il titolo di sosia di Garibaldi, ieri, al Nuovo Teatro Montevergini sono stati in due: Marcello Giosuè Rapisardi e Angelo Castellana. Così Philippe D’averio ha deciso di dare un tocco in più al suo progetto, “Garibaldi a Palermo”, una tre giorni per ricordare “l’eroe dei due mondi”, per ricordare la storia di un Italia così lontana dalla sua unità. La vittoria sembrava dovesse andare direttamente al signor Rapisardi, l’unico ad essersi presentato da subito come sosia del comandante genovese nei primi minuti del casting: “Mio padre mi diceva sempre,
“Tu sembri Garibaldi. Forse – dice Marcello – intendeva più per il carattere”. Invece anche i suoi occhi azzurri e la sua barba incolta, lo hanno premiato.
C’era invece chi si è nascosto fino alla fine, e si è fatto avanti solo al momento delle foto con tanto di mantellina, cappello e foulard. Piero Greco, un insospettabile condottiero dei mille, dice di volersi mettere in discussione, anche se ammette di essere “un pò impreparato”, riferendosi ai suoi capelli corti e rossicci e al suo viso sbarbato. C’è anche chi “per prendersi un pò in giro” ha deciso di presentarsi come un giovane Garibaldi di 22 anni, chefia al collo e scarponi. Tocca anche a lui, Alberto Caiola, rispondere alle domande dei giornalisti, e farsi fotografare in tenuta Garibaldina, con le guance arrossate dall’imbarazzo. “Potrebbe essere il nostro Nino Bixio” propone una delle organizzatrici, e chissà, forse spetterà anche a lui il suo momento di gloria.
Altri due aspiranti sosia, poi, giungono al casting con una mezz’oretta di ritardo. C’è chi torna un pò bambino, come Filippo Tornambè di Mondello, che non avrebbe mai potuto deludere la richiesta della figlia: “Ci devi provare per forza papà”. E che così Tornambè ha deciso di giocarsela.
L’altro vincitore, Angelo Castellana, stempiato e dalla lunga barba bianca, è esecutore scolastico in una scuola palermitana. E aveva visto bene la professoressa che lo ha sempre riconosciuto un po’ garibaldino, tanto che è divenuto lui uno dei due volti dell’eroe ottocentesco.Ma cosa ci vorrà fare D’Averio con non uno ma ben due Garibaldi? “Non so – ha risposto scherzando il critico dalle inconfondibili lenti tonde e i pantaloni a quadri -. Li metteremo sul sito e poi li affitteremo”.
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