"Non vanifichiamo il sangue |versato dalle vittime di mafia" - Live Sicilia

“Non vanifichiamo il sangue |versato dalle vittime di mafia”

L'eurodeputato e presidente della Commissione Europea antimafia sottolinea l'importanza delle celebrazioni del 21 marzo. La figlia di Beppe Alfano si rivolge ai giovani "Non bisogna limitarsi all'indignazione, ma agire". Per i politici: "Serve una legge seria sul riciclaggio, quella approvata è una farsa".

SONIA ALFANO
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Sonia Alfano

CATANIA – “A che serve avere le mani pulite se poi ce le teniamo in tasca”. Sonia Alfano cita Don Milani per lanciare il suo messaggio ai lettori di LiveSiciliaCatania nella giornata dedicata al ricordo delle vittime di mafia. In quel lunghissimo elenco, che in molte città sarà letto, compare anche il nome del padre del Presidente della Commissione europea antimafia: Beppe Alfano, giornalista, ucciso l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto. Tre proiettili hanno smantellato la vita di una giovane di 22 anni, ferendola al cuore ma rafforzando la sua insaziabile sete di verità e giustizia. “Il 21 marzo non deve solo rappresentare il ricordo – afferma – ma deve essere un giorno per comprendere che c’è la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Non ci si può limitare all’indignazione o alla presa di coscienza: bisogna decidere se si è pronti a fare qualcosa di reale o se invece si vuole restare a guardare”. Sonia Alfano è un giudice severo e implacabile: “Molti si informano, partecipano a manifestazioni, prendono parte a cortei e a giornate simbolo e poi? Bisogna avere il coraggio di schierarsi, di esporsi, ma con i fatti”. L’eurodeputato parla ai giovani: “Il primo passo può essere quello di partecipare alle udienze nei vari processi. A Palermo partirà quello sulla trattativa, a Caltanissetta si celebra il processo di via D’Amelio. Non dimentichiamo che in Italia ci sono 26 Dda dove quotidianamente ci sono magistrati che lottano contro la mafia”.

Il 21 marzo cosa rappresenta per un familiare vittima di mafia? “Per noi – risponde Sonia Alfano – il 21 marzo è 365 giorni all’anno: ogni mattina facciamo i conti con la memoria e con il dolore. Io ricordo quando Don Ciotti chiamò molti familiari di vittime della criminalità organizzata, tra cui anche me, per firmare quella lettera grazie alla quale poi è stata istituita questa giornata della memoria. Non è, però, una giornata più forte delle altre.” La Alfano vuole rimarcare il ruolo dei collaboratori di giustizia che molte volte si ritrovano all’improvviso abbandonate dalle istituzioni. “Questa mattina – racconta – sono stata in procura con alcuni collaboratori di giustizia ai quali improvvisamente è stata revocata la tutela. Anche loro sono delle persone che hanno deciso di fare la loro parte nella lotta alla mafia. Non è facile – rimarca l’eurodeputato – guardare in faccia i propri aguzzini e puntare il dito nei confronti di chi siede sul banco degli imputati; e poi uscire da quell’aula con la consapevolezza che nulla sarà più come prima perché si viene privati della propria identità, della propria vita, dei propri affetti e dei propri ricordi, catapultati in un’altra località e poi all’improvviso viene tutto interrotto. E’ necessario capire che si tratta di vite umane e per questo io auspico che chi fa parte delle istituzioni possa rendersi conto che non esistono soltanto le dispute per accaparrarsi una carica o l’altra, ma esistono le vite di tante persone che hanno vissuto la furia e la rabbia omicida delle mafie e che desiderano affinché lo stato provveda a fare giustizia, provveda a dare dignità e orgoglio ai loro familiari che sono stati trucidati dalle mafie”. Sonia Alfano respira un vento positivo portato dal nuovo Pontefice: “In questi giorni sono fortemente colpita dalle parole di Papa Francesco, non le sentivamo da tanto tempo e, forse, avevamo perso anche l’abitudine di ascoltarle”.

La politica del cambiamento può iniziare dal presidente del Senato Pietro Grasso? “Quando una persona si siede su una poltrona non rappresenta più quello che ha fatto nell’ambito della propria carriera, in quel momento si rappresenta un popolo con le proprie esigenze. Io mi aspetto da tutti i nuovi parlamentari delle azioni molto forti e spero che vengano affrontati al più presto i temi che mi riguardano da vicino. Va reintrodotto il falso in bilancio e va fatta una legge seria sul riciclaggio, perché quella approvata qualche mese fa è una farsa, una sorta di pezza rattoppata messa lì giusto per buttare fumo negli occhi. Bisogna introdurre immediatamente il reato di autoriciclaggio. Se non si contrasterà in maniera efficace la lotta alle mafie, alla corruzione e la lotta al riciclaggio di denaro allora continueremo a vedere un paese in discesa libera e questo lo dico con dati e cifre alla mano. Le mafie nel nostro Paese incidono ogni anno per 140 miliardi di euro mentre la corruzione, stime della Commissione Europea, per una cifra che va dai 60 ai 70 miliardi di euro all’anno. in totale 210 miliardi.” Una finanziaria, insomma? “Sono più manovre finanziarie – commenta – contrastando efficacemente mafia e corruzione c’è la reale possibilità di incentivare le attività produttive, di fare investimenti seri cominciando dalla scuola e dalla sicurezza. Si può dare – incalza – una virata e una sterzata, finalmente, a questo dannato e disperato Paese”.

La mafia esiste. La sua sconfitta finale per Sonia Alfano si potrà fare solo quando si riuscirà a fermare, con una porta sbattuta in pieno muso, l’accesso ai collusi e ai corrotti nei corridoi delle istituzioni che si può togliere ossigeno alla criminalità organizzata, che mangia e si arricchisce sottraendo risorse alla collettività. Lei sente che il sangue delle vittime di mafia è stato versato inutilmente? “Per quando a volte – risponde – ci possano essere momenti di scoramento, non possiamo permetterci, neanche lontanamente di pensare che sia stato sangue versato inutilmente. Non lo possiamo fare – ribadisce Sonia Alfano – perché significherebbe dare uno schiaffo alla sete di giustizia, alla sete di verità, ma soprattutto significherebbe uccidere nuovamente la memoria dei nostri cari, la memoria di tutte quelle persone che si sono date per questo Paese. Io mi rendo conto che molti non hanno ancora capito che queste persone sono andate a morire per noi, e lo hanno fatto con lucidità, sapendo quello che stavano facendo. Non è assolutamente sangue versato inutilmente. Dobbiamo farci un’altra domanda – conclude – noi vogliamo vanificare tutto questo? Questa è una nostra scelta”.

 

 


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