“Da un anno la mia vita è entrata in una dimensione oscura. Priva di senso. Non riesco a riconoscere più questa esistenza come la mia”. Sono le prime cose che riesce a dire al telefono Claudio Zarcone, padre di Norman Zarcone, il dottorando di di ricerca della facoltà di Lettere che esattamente un anno fa si è tolto la vita gettandosi della finestra dell’Ateneo palermitano, esasperato dal futuro incerto di una vita fatta di precarietà.
“Le giornate che trascorro sono vissute tutte all’insegna di mio figlio – racconta-. Faccio tutto per lui, compongo delle canzoni per lui e i suoi amici sono diventati i miei, la sua band è diventata la mia. Per questo ho sempre la casa piena di ragazzi. Suoniamo, prendiamo le pizze e stiamo in compagnia. E’ la più bella eredità che mi ha lasciato”.
“Non mi sono mai sentito solo. Durante tutte l’anno ho sentito vicine molte persone – continua – Ho sentito solidarietà e affetto. Non dimenticherò mai persone come il presidente dell’Inter Massimo Moratti che è venuto da Milano fin qui il 4 maggio scorso per essere presente all’inaugurazione dello spazio “Generazione Norman”al Polididattico di viale delle Scienze, come non dimenticherò l’affetto del presidente Napolitano. Ogni giorno ricevo mail di storie che mi confortano, come quella di una giovane dottoranda di Roma che mi ha detto di avere trovato il coraggio di denunciare la baronia della sua università grazie a Norman. Hanno colto quasi tutti il il messaggio di Norman, e ne hanno parlato tutti dalla Corea all’America, solo il giornalismo nazionale forse è stato un po’ tiepido. Ha trattato la notizia come un fatto di cronaca, tranne qualcuno forse, come Clemente Mimun”.
E continua: “Però ci sono stati anche molti che hanno solo strumentalizzato la morte di mio figlio, e al momento di “quagghiare” hanno tirato indietro le braccine. Il progetto di una Fondazione senza scopo di lucro dedicata a Norman all’Ars, per esempio, è stata bloccata dalla Commissione cultura, che adesso non so più quando si riunirà. Dicono che si dovrebbero prendere i fondi dalla tabella H e rimpallano il problema. Ma mi pare che la tabella H non sia stata tolta. Allora qual è il problema? Che una Fondazione del genere, che io metterei in mano ai giovani, non porterebbe voti? Mi sembra come “a bedda figghia ca tutti a vonno e nessuna si pigghia”. Mi hanno garantito da più parti, destra e sinistra, che che si occuperanno della vicenda ma non so. Spero non rimangano solo parole”.
Oggi in memoria di Norman sono stati organizzati alcuni appuntamenti. Il primo è alle 17.30 alla Chiesa di San Salvatore, in via Messina Marine per la messa in sua memoria. Poi alle 19 ci sarà una fiaccolata dalla facoltà fino allo spazio ‘Generazione Norman’. Infine ci si sposterà allo Steri per assistere a musiche, recital e video in suo onore. E anche la famiglia di Norman si esibirà per lui: “Stasera dopo 33 anni riprenderò a suonare il basso. Lo farò per lui che me lo diceva sempre: ‘Papà perchè non ti rimetti a suonare il basso?’. Suonerò alcune canzoni, come quella che abbiamo composto insieme “Il cielo senza stelle” dedicata a Falcone e a Borsellino. Non suonerò invece “Anima carne e sangue”, perchè è una canzone troppo triste. E non voglio fare piangere nessuno. Deve essere, in senso lato, una festa quella di oggi. Una festa in sua memoria”.