Norme per l'accreditamento| Accolto il ricorso dell'Anfe - Live Sicilia

Norme per l’accreditamento| Accolto il ricorso dell’Anfe

Tra i nuovi requisiti individuati dall'assessore Scilabra per ottenere i finanziamenti regionali figura "l'assenza di liti o contenziosi con la Regione". L'ente di Formazione si è opposto. E il Tar ha stoppato quella norma.

PALERMO – Quella norma era apparsa subito discutibile. E oggi il Tar, pur non entrando nel merito, ha accolto il ricorso di chi si è sentito danneggiato. L’Anfe, in questo caso, che ha presentato un ricorso contro un articolo del nuovo codice per l’accreditamento degli enti di Formazione professionale. Quello, per la precisione, che prevede, tra le clausole necessarie per ottenere l’accreditamento stesso, “l’assenza di liti e/o contenziosi pendenti con l’amministrazioni come requisito di ammissibilità dell’accreditamento”. E, di conseguenza, anche il passaggio che, in caso di contenziosi, “dispone la revoca dell’accreditamento”.

Già in occasione della pubblicazione, alla fine del luglio scorso, delle nuove norme per l’accreditamento in tanti avevano storto il naso. Sia tra i rappresentanti degli enti, che dei lavoratori. Paolo Genco, ad esempio, presidente di “Forma”, una delle più grandi associazioni di enti di Formazione, ma anche dell’Anfe, proprio l’ente che ha avanzato il ricorso, aveva bollato la norma come “illegittima e incostituzionale”. Tra i sindacati, Giuseppe Raimondi della Uil si era posto un semplice quesito: “E se l’ente sta solo difendendosi, nel contesto di un contenzioso? Perde l’accreditamento comunque?”.

E di liti e contenziosi, il mondo della Formazione è pieno. Basti pensare, solo per restare all’attualità, ai possibili ricorsi degli enti ai quali è stato richiesto di restituire le somme erogate negli anni passati come “extrabudget”. E che la Regione in molti casi ha recuperato semplicemente congelando i finanziamenti destinati agli enti per i piani formativi più recenti. L’ente che osasse opporsi, chiedendo giustizia a un tribunale, insomma, non potrebbe accedere più all’accreditamento. Sarebbe tagliato fuori, insomma, dai finanziamenti regionali.

Ma oggi il Tar ha sospeso l’efficacia di questa norma. “Ritenuto che sussiste l’allegato pregiudizio grave ed irreparabile, e che, ad un sommario esame, – si legge nel dispositivo – i motivi di censura dedotti appaiono, allo stato, sono supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia (Sezione Seconda) accoglie la domanda cautelare proposta con il ricorso in epigrafe indicato e per l’effetto”. Le liti con la Regione, quindi non saranno, per il momento, causa di perdita dell’accreditamento. E sarà così per quasi un anno almeno. Nel merito, infatti, si entrerà nella seduta fissata per il prossimo (si fa per dire) 24 ottobre 2014.


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