PALERMO – Crocetta trova i soldi per i disabili. E lo fa, per buona parte, alzando le tasse. Ma solo a partire da quando lui non sarà più al governo. Nessun vero taglio, insomma, alla Regione per finanziare l’assistenza. Ma la scelta di ricavare circa un terzo dello stanziamento per il prossimo triennio, dall’innalzamento delle aliquote Irpef e Irap.
Le nuove, vecchie tasse
Nuove tasse, quindi. Anche se si dovrebbe parlare del ritorno di vecchie tasse. Perché l’aliquota massima di Irpef e Irap era stata disposta per finanziare il piano di rientro al mega-buco della Sanità ereditato dai precedenti governi regionali. Tasse alle stelle fino a un paio di anni fa, quando quel buco si è colmato e le tasse sono state riportare a un livello fisiologico. Una breve parentesi. Perché il governo, con un emendamento presentato oggi in commissione bilancio, ha disposto il ripristino di quelle aliquote, che verranno utilizzate per la compartecipazione alla spesa sanitaria: i soldi liberati verranno usati per l’assistenza disabili. Una somma di circa 135 milioni l’anno. Ma solo dal 2018, quando Crocetta non sarà più al governo e il nuovo esecutivo troverà già quelle tasse ai livelli massimi.
Tagli a Formazione e Comuni
Dove troverà poi Crocetta gli altri soldi, per arrivare a una quota annua di circa mezzo miliardo? Poco meno di 300 milioni sono i soldi stanziati ogni anno dal Servizio sanitario. Altri 32 milioni giungeranno dal Fondo nazionale per le non autosufficienze. Insomma, Crocetta finora non ci ha messo un euro. Anche il resto verrà fuori da tagli che non riguarderanno espressamente la Regione. Saranno i Comuni, infatti, a partecipare con una quota pari al 10 per cento dei finanziamenti: una fetta che viene quindi “vincolata” per l’assistenza: e fanno 34 milioni di euro. Altri 12 milioni di euro, o poco meno, saranno il frutto di riduzione dei finanziamenti della Formazione destinati ai giovanissimi (il cosiddetto obbligo formativo). Gli ultimi 36 milioni sono quelli previsti nel Fondo approvato poche settimane dall’Ars. Oggi la Commissione Salute all’Ars ha approvato il Piano per l’utilizzo di quei soldi.
I 36 milioni del Fondo
Beneficiari del contributi saranno 2.140 disabili gravissimi individuati sulla base dei criteri indicati dal decreto ministeriale del 26 settembre 2016. Lo schema per la classificazione dei disabili è redatto attraverso tabelle mutuate sulla base di quelle utilizzate da anni nella Regione Toscana e valutate positivamente dal tavolo dei direttori delle Asp (si considerano livelli di autonomia, stato di coscienza e comunicazione, autosufficienza respiratoria ed alimentare etc). Ai lavori della commissione, presieduta da Pippo Digiacomo, hanno partecipato il presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi e l’assessore alla Famiglia Carmencita Mangano.
In fase di prima applicazione per i mesi di aprile, maggio e giugno sarà versato a ciascun disabile gravissimo un assegno di 5.400 euro per le tre mensilità (pari a 1.800 euro al mese), i disabili di media gravità riceveranno invece un assegno di 3.000 euro (1.000 al mese). Il contributo sarà erogato dalle Asp direttamente al disabile o ad un suo rappresentante legale. Nei prossimi giorni le Asp comunicheranno l’elenco e la classificazione dei disabili destinatari del contributo.
I disabili: “Misure populiste e confuse”
Ma le scelte del governo continuano a non convincere i diretti interessati. È il caso di uno dei rappresentanti più attivi dei disabili siciliani, Giovanni Cupidi, che ha parlato di “misura populista, demagogica e che spreca i soldi che ci sono con la solita promessa del ‘faremo meglio’ e del ‘dopo si vedrà’. Ancora una volta le nostre richieste non sono prese in considerazione”. Cupidi poi punta il dito contro alcune “falle” del progetto di Crocetta: “Non è previsto – dice – nessun obbligo di rendicontazione: è chiaro, siamo in campagna elettorale. Poi quando scopriremo i disabili abbandonati con il parente che si compra la macchina nuova inizieremo a pensare ai controlli. Si pensa ai duemila disabili gravissimi abbandonando gli altri ventimila. Tutti gli altri disabili non Contano nulla. L’importante è rispondere a Pif entro i tempi promessi. A costo di dire l’ennesima fesseria”.
E molto scettiche sono anche le tante associazioni che sostengono i disabili siciliani: “No ai trasferimenti diretti in denaro per gli interventi a favore dei disabili. Sì, invece, alla libertà di scelta e all’applicazione della legge 502 del 92 che prevede di organizzare un sistema di fornitori accreditati al quale le famiglie delle persone con disabilità possono rivolgersi”. E’ il cuore della lettera-documento che l’Alleanza delle Cooperative italiane e Il Forum del terzo settore hanno inviato a tutti i capigruppo dell’Ars e agli assessori regionali alla Famiglia, Carmencita Mangano, e alla Sanità, Baldo Gucciardi, dopo il dibattito di queste ultime settimane, chiedendo una convocazione urgente e l’apertura di un confronto. “Le soluzioni per i servizi alla disabilità – scrivono il presidente e i co-presidenti dell’Alleanza, Gaetano Mancini, Pietro Piro e Michele Cappadona e il portavoce del Forum del Terzo settore Pippo Di Natale – non possono essere affrontate in una logica di emergenza o attraverso le tribune dei talk show, soprattutto nell’imminenza di una campagna elettorale. Elargire denaro senza curarsi del funzionamento del sistema – proseguono – significa non riconoscere dignità, mortificare i diritti delle persone disabili. Significa banalizzare e non volere guardare affatto alle soluzioni”. Nella missiva le associazioni sottolineano le inadempienze rispetto alla legge 328 del 2000 e le “potenziali difficoltà di una soluzione affrettata come l’erogazione diretta, considerato il ritardo dei pagamenti che contraddistingue la pubblica amministrazione e che ha già messo in ginocchio il mondo delle cooperative”.