Ode al Liceo classico |Anche a Catania notte dedicata - Live Sicilia

Ode al Liceo classico |Anche a Catania notte dedicata

Un’iniziativa nata dell’idea di Rocco Schembra, docente del liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. A mezz’ora dall’inizio dell’evento, il cortile del liceo classico etneo Mario Cutelli brulica di studenti, ex allievi e genitori: tutto è pronto per la messa in scena di una serata indimenticabile.

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CATANIA – La notte nazionale del liceo classico. “Gli studenti non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere”. Citando Plutarco la professoressa Desirée D’Arrigo rende a pieno il senso del valore imperituro degli studi umanistici e della giornata che oggi si celebra in tutta Italia. Un’iniziativa nata dell’idea di Rocco Schembra, docente del liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. Catania non è stata da meno. A mezz’ora dall’inizio dell’evento, il cortile del liceo classico Mario Cutelli brulica di studenti, ex allievi e genitori: tutto è pronto per la messa in scena di una serata indimenticabile.

Altro che lingue morte, il greco e il latino e le rispettive letterature raccontano tantissimo dell’uomo contemporaneo. Le parole di Catullo, Plauto, Euripide, Aristofane riecheggiano tra i corridoi del liceo catanese e invitano tutti a fermarsi un attimo, a riflettere e ammettere che non c’è strumento più proficuo dei classici per leggere il mondo di oggi, popolato da più di un miles gloriosus e da tanti, troppi Trimalcione. “Sul palco si avvicenderanno momenti teatrali, musicali, dibattiti e letture che hanno un comune denominatore: l’amore e la passione per la cultura classica”, spiega la docente D’Arrigo.

Poi ci sono “i classici” che metaforicamente danno il senso anche degli studi umanistici tanto bistrattati (a torto) da più parti (l’ultima recente querelle ha visto scendere in campo a difesa del liceo classico uno studioso del calibro di Umberto Eco). “Come avrebbe detto Calvino un classico è un testo o un autore che non smette mai di dire quello che ha da dire e quindi, nonostante la lontananza nel tempo e nello spazio continua, a parlarci e ha una corrispondenza con i nostri sentimenti e la nostra sensibilità”, continua la docente.

“I nostri studenti quotidianamente si confrontano con queste voci lontane, del mondo greco e latino e comprendono meglio se stessi e la loro identità senza però allontanarsi dal mondo reale, per cui usciti dal nostro percorso di studi possono intraprendere qualsiasi strada con più consapevolezza, più pensiero critico e con una sensibilità affinata appunto dalla lettura dei classici”. Una lettura che gli studenti sembrano condividere totalmente come dimostra Edoardo che frequenta la IIA. La performance che tra poco lo vedrà tra i protagonisti ha un titolo che dice tutto: “I classici siamo noi”.

Edoardo sorride e spiega il perché: “I classici sono i valori universali che ci accomunano tutti, nessuno escluso, a prescindere dal tempo in cui viviamo”. “I classici siamo noi è uno slogan con cui ci rivediamo perché ci sono dei valori in cui ci identifichiamo mentre leggiamo e traduciamo”, continua Edoardo che tra poco calcherà le scene vestendo i panni del Miles Gloriosus. Si parlerà anche di Catullo uno degli autori più amati dagli studenti di tutti i tempi, Edoardo incluso. “Catullo è il poeta dell’amore, noi tratteremo uno dei carmina nel quale lui dice che l’amore è un sentimento immortale sebbene l’uomo sia mortale”. “Si può sconfiggere la morte con l’amore. Come? Catullo dice con i baci: dieci, cento, mille baci. Insomma, i classici sono il presente, il passato e saranno il futuro”. Tornando indietro Edoardo riconfermerebbe la scelta del liceo classico? Sorride e dice: “Sì, la rifarei mille volte”.

 

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