Oggi scatta il V-Day, ecco perché dobbiamo vaccinarci tutti

Scatta il V-Day: “Ecco perché dobbiamo vaccinarci tutti”

Inizia la campagna anche in Sicilia. Le domande più frequenti e le risposte

PALERMO- La speranza di sconfiggere il Covid è legata a un gesto di libertà e responsabilità. Oggi è il V-Day, il giorno del vaccino che, come in certi film in bianco e nero, ha la funzione della cavalleria. Ma dovremo essere bravi a dargli una mano, l’immunità singola non dura per sempre, ecco perché sarà necessario raggiungere quella che viene definita ‘immunità di gregge’ e che alcuni preferiscono chiamare, con maggiore precisione umana, immunità solidale. Significa che, mai come adesso, quel gesto singolo di responsabilità e libertà è legato al destino di tutti.

Il primo vaccino in Sicilia

Il primo a essere vaccinato, in Sicilia, sarà il dottore Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Che racconta: “Con me ci saranno gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, qualche giovane medico. Ovviamente, continuerò a tenere comportamenti prudentissimi, intanto perché i tempi dell’immunizzazione non sono immediati e prevedono un richiamo entro tre settimane”.

Perché dobbiamo vaccinarci

Ma il dottore Geraci va oltre e spiega, con parole chiare, perché dovremo vaccinarci in tanti per raggiungere un certo livello di sicurezza. E qui entra in gioco il cosiddetto ‘titolo anticorpale’ che determina il nostro livello di protezione. “Sono tornati in servizio dei colleghi che hanno avuto il Covid, dopo cinquanta giorni di malattia, con un titolo anticorpale non protettivo – dice il primario -. Per quello che sappiamo, l’immunità indotta dal vaccino potrebbe durare da sei a nove mesi. Si tratta di un punto fondamentale per comprendere che l’immunità non dura in eterno e che il virus lo uccidi davvero quando smette di circolare. Ecco perché è importante che il vaccino sia diffuso il più possibile, fino a raggiungere il sessanta-settanta per cento della popolazione. Tenendo presente che un nuovo aumento dei contagi renderebbe il meccanismo molto più problematico. Non è consigliabile vaccinare le persone che non stanno bene. Ci sono dei miei colleghi perplessi? – aggiunge il dottore Geraci -. Mi sembrerebbe assurdo. Un medico non può non vaccinarsi, chi ha scelto la scienza come professione non può essere fatalista”.

A Palermo e poi ovunque

Palermo sarà il centro del V-Day e non solo. Come spiega il commissario per l’emergenza Covid Palermo e provincia, il dottore Renato Costa: “Inizialmente, per qualche giorno, il personale sanitario siciliano verrà qui dalle altre province. Poi si procederà a scaglioni, secondo le priorità stabilite a livello nazionale. Contiamo di finire entro l’estate. Come avverrà il contatto con le singole persone? Siamo ancora in fase di definizione. Credo che noi chiameremo direttamente i più fragili e che qualcuno dovrà iscriversi a una piattaforma per essere successivamente convocato”. Qui il programma completo.

Ma quanto dura l’immunità?

“Sarà una campagna importantissima – dice il professore Francesco Vitale, ordinario di Igiene e medicina preventiva all’Università di Palermo e responsabile dell’Uoc (Unità operativa complessa) di Epidemiologia clinica del Policlinico ‘Paolo Giaccone’ -. I primi studi ci dicono che possiamo aspettarci una ragionevole protezione per almeno sei, sette mesi, probabilmente di più. Sarà un’operazione essenziale di lockdown sanitario per stroncare il Covid”. Secondo un recentissimo studio australiano, pubblicato su ‘Science Immunology’, una volta vaccinati dovremmo essere al riparo per un periodo abbastanza lungo. E l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nella sua sezione su domande e risposte offre una indicazione: “La durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi”.

Il modo di vivere, il modo di morire

Il Covid ha cambiato il nostro modo di vivere, e anche quello di morire. Tante sono le vittime del virus ogni giorno, costrette ad andarsene senza i propri cari accanto, nell’accompagnamento che medici e infermieri possono offrire dietro tuta e mascherina. È uno degli elementi più crudeli introdotti da una pandemia che ha sconvolto tutto: la solitudine. Ma oggi rinasce la speranza. Basterà un gesto libero e responsabile per difenderci e difendere il prossimo da quell’inaudito dolore.


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