Oltre gli alibi del Cuffarismo

Oltre gli alibi del Cuffarismo: la verità scomoda

"La Regione clientelare". Qualcuno può negarlo?

“Vedo in giro tanta ipocrisia. La Regione siciliana è fondata sul sistema clientelare e sul consociativismo parlamentare, lo diceva Giuseppe Alessi parlando nell’immediato dopoguerra. Quindi, nessuno si sorprenda”. 

Le parole dell’ex presidente della Regione e ministro Nello Musumeci sono portatrici di una verità scomoda che, a margine della nota inchiesta, gettano uno sguardo oltre gli alibi del Cuffarismo. E riguardano tutti, in ogni ‘epoca’, interamente o parzialmente, senza distinzioni.

Il ritorno del Cuffarismo

L’ex governatore Cuffaro, che sia penalmente rilevante o no il ‘sistema’ contestato dalle accuse, è apparso, nelle intercettazioni e nello svolgimento della cronaca, tale e quale al se stesso di sempre. Lo abbiamo scritto.

Proprio lui che aveva promesso la redenzione di una politica rinnovata, alla luce degli errori del passato, si trova impigliato, ancora una volta, nell’immagine opaca di relazioni che non privilegiano l’interesse generale, ma lo spirito di fazione, le appartenenze e i posti da assegnare.

Ma non ci si può fermare al Cuffarismo, fingendo che il resto sia immacolato e adornato da fiori profumati di integrità assoluta. La ‘Regione clientelare’, ovunque si annidi, lascia un segno bruciante, oggi come ieri. E si traduce, spesso, in scelte che guardano le ‘magliette delle squadre’ in campo, non il merito.

La capacità può essere un accessorio utile, però è difficile sfuggire alla supremazia di un’organizzazione basata sulle caselle da riempire, secondo forze e strategie. Nessuno è in grado di negare l’assunto di varia portata sociale. C’è chi potrebbe, forse, dire che non corrisponde alla sostanza la forma di una Sicilia in cui regnano fazioni e prevaricazioni, magari smussate da sorrisi di cortesia e posaterie d’argento?

La Sicilia brutale

Quando questa Sicilia brutale incontra bisogni e fragilità li mette a reddito, per alimentare il circuito del consenso, nella cancellazione, sullo sfondo, dei servizi essenziali.

Un’altra esponente del centrodestra, la parlamentare Carolina Varchi, ha detto: “Credo che le forze di governo tutte, coralmente, debbano fare un grande sforzo non solo per essere trasparenti ma anche per apparirlo agli occhi della cittadinanza. Solo così si potrà mantenere saldo quel patto di fiducia tra cittadini e istituzioni”. 

Ha picchiato duro sulle nostre pagine il dottore Renato Costa: “Uno stuproNon mi viene altro termine per definire quello che succede nella sanità siciliana. E deve finire subito”.

E ancora, nella memoria dell’esperienza da commissario Covid, a Palermo: “Noi garantivamo tutto a tutti: tamponi, vaccini, controlli. Un giorno, nel mio ufficio, si presentò un politico di cui non faccio il nome e mi disse: ‘Ma se io non posso raccomandare nessuno, a che servo?’”.

Uno scatto sincero e crudo di una terra. La negazione dei diritti è necessaria alla signoria del favore. Ecco la perenne verità scomoda. Per tutti.

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