"Dopo l'omicidio si è sentito male"| Nei verbali i presunti killer - Live Sicilia

“Dopo l’omicidio si è sentito male”| Nei verbali i presunti killer

Domenico Mammi

Non solo pizzo e affari nelle dichiarazioni dell'aspirante pentito palermitano Domenico Mammi.

PALERMO – Domenico Mammi parla di pizzo, affari e omicidi. Il braccio destro del reggente del mandamento di Resuttana, Sergio Macaluso, pure lui pentito, fa nomi finora inediti. Sta raccontando la verità? Magistrati e investigatori cercano i riscontri.

Gli mostrano un album fotografico. Mammi guarda la foto 23 e inizia il racconto: “Riconosco Corrado Spataro, cognato di Macaluso Sergio. È sempre stato un soggetto a disposizione della famiglia di Resuttana e di Macaluso. Spataro aveva partecipato personalmente a uno dei due omicidi commessi a Partinico mentre all’altro partecipò Domenico Spataro ma sempre insieme a Macaluso”.

Il neo dichiarante aggiunge dei particolari macabri: “Corrado Spataro mi disse che durante la commissione dell’omicidio si era sentito male tanto che al ritorno aveva dovuto guidare Macaluso. Da quello che diceva capii che era pentito e che non avrebbe più partecipato ad un simile atto… sono sicuro al mille per mille che il Macaluso, Spataro Corrado e Spataro Domenico furono coloro che commisero i due omicidi”.

Di quali omicidi sta parlando? Sono gli stessi su cui ha già riferito Macaluso con cui Mammi ha condiviso una condanna per estorsione. Il 3 settembre di sette anni fa moriva Giuseppe Cusumano, 34 anni. Prima picchiato e poi freddato con tre colpi di pistola calibro 7,65. Il corpo fu ritrovato nell’atrio di una palazzina di via Filippo Testa, nel centro di Partinico. La vittima viveva di lavori saltuari in agricoltura e nell’edilizia. Nel 2001 era stato arrestato dai carabinieri che lo trovarono intento a prendersi cura di una piantagione di marijuana nelle campagne di Menfi, assieme al nipote del boss Giovanni Bonomo. Due mesi prima del delitto gli era stata bruciata la macchina. Forse un avvertimento. Evidentemente non ascoltato.

Giuseppe Lo Baido, 36 anni, piccolo imprenditore, fu assassinato il 13 luglio 2007, sempre a Partinico. I killer attesero che parcheggiasse il suo fuoristrada per esplodere tre colpi: uno in volto e due alla nuca. Già nel 2006 Cosa nostra aveva deciso di eliminarlo, ma la polizia intervenne appena ascoltò due uomini del pizzo che parlavano della sua condanna a morte. Prima che lo ammazzassero Lo Baido era stato negli Stati Uniti dove aveva incontrato il boss Francesco Nania e veniva considerato vicino al capomafia di Altofonte Mimmo Raccuglia. Nello stesso blitz di Macaluso è stato arrestato il nipote Francesco Lo Iacono per un’intimidazione ai danni di un rivenditore di macchine. Lo zio lo ha tirato in ballo per gli omicidi, ma a giudicare dalle parole di Mammi le responsabilità sarebbero molto più ampie. Un ampio articolo sui verbali inediti dell’aspirante pentito che parla di pizzo e affari è pubblicato sul numero del mensile S in edicola.

 

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