L'attesa, l'incontro e le coltellate | Giuseppe: da ragazzo ad assassino - Live Sicilia

L’attesa, l’incontro e le coltellate | Giuseppe: da ragazzo ad assassino

Chi è Giuseppe Lanteri, il ragazzo che ha confessato l'omicidio di Loredana Lopiano ad Avola.

Giuseppe Lanteri uno e due. La foto segnaletica e quella sui social. Nell’ultima c’è ancora un ragazzo. La prima reca il volto di un presunto assassino, secondo accusa e confessione. In mezzo c’è il fossato dell’incomprensibile. Perché? Ecco la domanda intorno a un fatto atroce che mostra un elemento in più di atrocità nel suo rimanere finora inspiegato, con tutto il suo orrore. A margine dell’omicidio che ha macchiato la serenità di Avola, c’è quel punto interrogativo macchiato col sangue: perché?

La dinamica di una morte violenta è stata ricostruita dagli inquirenti nella cronaca fin qui disponibile. Giuseppe e la relazione trascorsa con una delle figlie di Loredana Lopiano. Giuseppe che si presenta, di mattina presto, in via Savonarola, a casa della sua ex. Loredana, caposala nel reparto oncologico dell’ospedale ‘Di Maria’, nota per la sua gentilezza, lo vede e lo invita a entrare, mentre sta uscendo per andare al lavoro.

“Era una persona capace di ascoltarmi”, queste sarebbero state le parole di Giuseppe Lanteri dopo la cattura. Il massacro a coltellate – tre, secondo l’autopsia – si compie in pochi minuti. La fuga. Un rapido cambio dei vestiti sporchi. I messaggi di risposta a qualche familiare in ansia. La sosta sul lungomare. La resa. La conferenza stampa. Lo scatto segnaletico che fotografi e giornalisti riprendono: ecco il ritratto di un omicida con la barba folta. Perché?

Il profilo facebook. Un ragazzo, quasi un bambino, con lo sguardo rarefatto, un po’ sfuggente e un filo accennato di barba, stavolta. Ci sono già i commenti di coloro che auspicano una veloce decapitazione, come se potessero raggiungere colui che, ormai, è irraggiungibile.

C’è una frase sull’amore, da cioccolatino, con altre immagini e sempre un’espressione sfuggente, rarefatta, malinconica. Qualcuno aveva suggerito in un post: “Devi sorridere. Tvttb”, la sigla che esprime l’affetto del web. La risposta sintetica, stentata, quasi protocollare: “Grazie, anche io ti voglio bene”. Sono tracce che risalgono al passato. Un annuncio di tre anni fa: “Fidanzato ufficialmente”. In tutto ciò che si legge o si scorre, mentre gli insulti della rabbia aumentano, si intravvede quel senso incombente di malinconia.

Loredana Lopiano era una persona felice. Dal suo taccuino social traspare un’anima che sapeva curare il dolore – era una caposala benedetta e amata – conservando la sua gioia di vivere. Si chinava sui corpi, per rialzarsi e ritornare. Anche la scritta sul suo profilo facebook è un inno: “Sei più coraggioso di quanto credi, più forte di quanto sembri e più intelligente di quanto pensi”. Le foto. Il mare ovunque. Pose rilassate. Le didascalie di un bell’amore coniugale. Un mandorlo in fiore. Un tramonto. Un abbraccio.

Ed è qui che, da estranei, si coglie tutta la portata di una perdita immane, di una violenza crudele. Tutta la luce di Loredana Lopiano, il chiarore per sé e per gli altri, inghiottito dal buio di un assassino che brandiva un coltello. Giuseppe lo hanno trovato su uno scoglio davanti alle onde. E sempre torna la risacca di quella domanda: perché?

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