Mafia, slitta la deposizione dei killer pentiti di Timonieri - Live Sicilia

Mafia, slitta la deposizione dei killer pentiti di Timonieri

Dinanzi alla Corte d’assise di Catania, tardano ad arrivare i verbali integrali: rinviate le deposizioni di Michael e Ninni Sanfilippo, rei confessi
CORTE D'ASSISE
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CATANIA. I verbali in versione integrale contenenti le deposizioni dei due assassini rei confessi, che puntano l’indice controi presunti mandanti dell’omicidio di Vincenzo Timonieri, il ventiseienne di San Cristoforo ammazzato a febbraio 2021 e il cui cadavere fu seppellito in una duna di Vaccarizzo, non sono ancora pronti. E per questo è slittato al prossimo 22 maggio il processo a carico di Natale Nizza, figlio di Giovanni detto ‘banana’, ritenuto uno dei capidella mafia di San Cristoforo, e Sam Privitera, che la famiglia Nizza avrebbe incaricato di gestire gli “affari” nel popoloso quartiere di Librino, ritenuti i mandanti dell’omicidio.

Alla sbarra ci sono anche gli stessi pentiti, Michael e Ninni Sanfilippo, i principali testimoni dell’accusa. Hanno confessato il delitto e portato gli investigatori a rinvenire il corpo della vittima, nel giugno di due anni fa. Ma per essere sentiti dalle difese è necessario che tutte le loro dichiarazioni, dal giorno in cui hanno deciso di “saltare il fosso” al momento della loro deposizione in Corte d’assise, vengano passate al setaccio dalle difese, tanto più che i pm della Dda di Catania, che sostengono l’accusa, con l’acquisizione dei primi verbali hanno rinunciato all’esame (è chiaro che dopo il controesame, se volesse, l’accusa potrebbe contro-interrogare su elementi nuovi). Allo stato si va solo per il controesame delle difese.

La deposizione degli assassini pentiti come detto era in programma questa mattina, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Catania. Nizza è difeso dagli avvocati Marco Tringali e Salvatore Pace, Privitera dagli avvocati Andrea Gianninò e Salvatore Catania Milluzzo. L’accusa ha rinunciato perché le accuse dei pentiti sono già nei verbali acquisiti, ma è evidente che per le difese di Nizza e Privitera questo momento è particolarmente importante e atteso. La vittima, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbe stata portata nel luogo del seppellimento con la scusa di prendere delle armi. Il movente, invece, sarebbe legato alle ambizioni di Timonieri, che avrebbe avuto l’intenzione di mettersi in proprio, di approfittare dei propri personalissimi fornitori di droga napoletani e spacciare senza rispondere più al clan Nizza.

Un progetto che ovviamente non poteva andare giù ai responsabili della cosca, i quali per questo avrebbero deciso di ordinarne l’assassinio. L’accusa si basa sulle indagini coordinate dai pm Lina Trovato, Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino. E alla scorsa udienza hanno deposto i pentiti Salvatore Scavone e Silvio Corra. Scavone è il collaboratore di giustizia, ex reggente del clan Nizza, che ha raccontato di aver sentito confessare di aver ordinato il delitto a Natalino Nizza. Nel suo caso sono state acquisiti i verbali e alla scorsa udienza sono state poste solo domande a chiarimento.


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