Open day della Finanza| "Un incontro di generazioni" - Live Sicilia

Open day della Finanza| “Un incontro di generazioni”

Una dimostrazione durante l'Open day

Il racconto di chi ha partecipato alla manifestazione.

PALERMO
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6 min di lettura

PALERMO – La settimana scorsa il Comando provinciale della Guardia di finanza ha organizzato l’Open Day, aprendo ai familiari dei finanzieri la caserma “Vincenzo Mazzarella” di Palermo. Ecco come uno dei partecipanti, Laura Arcoleo, ha raccontato la giornata.

“Un incontro di generazioni, una riflessione sulla legalità, un’occasione per ricordare i successi del passato senza dimenticare le sfide del presente ma anche un giorno assai atipico nella caserma “V. Mazzarella”, sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza che, in occasione dell’Open Day, ha aperto le porte della struttura alle famiglie dei militari che giornalmente vi prestano servizio.

Una giornata diversa da quelle solitamente vissute all’interno della Caserma, dedicata alla curiosità dei piccoli e all’interesse dei grandi anch’essi ospiti in questo giorno vissuto all’insegna del ricordo di uomini in divisa e personalità dello Stato, icone di legalità spinta all’estremo sacrificio in una terra frequentemente martoriata dal malaffare.

Numerosa la partecipazione degli ospiti, notevole la presenza di bambini ed adolescenti che hanno potuto vivere quei luoghi quotidianamente frequentati dai loro cari. Insomma, un momento ludico per i più piccoli.

Particolare interesse ha suscitato la presenza, apprezzata soprattutto dai più giovani, delle unità cinofile impiegate nella simulazione di interventi di contrasto al traffico di droga e al contrabbando di sigarette e alle delicatissime attività di scorta condotte dai baschi verdi a favore di soggetti istituzionali sottoposti a tutela.

“Una giornata davvero particolare – dice il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle, il Generale Giancarlo Trotta – in una caserma operativa normalmente non abituata alla presenza di bambini, cui avevamo il piacere di far vedere i luoghi dove i loro papà e le loro mamme prestano servizio”.

Durante l’evento, ai piccoli partecipanti, è stata data la possibilità di ammirare e salire a bordo delle vetture d’ordinanza, nonché di visitare gli uffici presso i quali i genitori svolgono la propria giornata lavorativa.

Nel corso della manifestazione poi un momento di riflessione. A condurre questo spazio, i giornalisti Salvo Palazzolo (La Repubblica) e Riccardo Lo Verso (Live Sicilia), presentati in sala briefing dal Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, il Col. t.ST Francesco Mazzotta, che hanno illustrato – utilizzando un linguaggio adatto ai più piccoli – il rapporto tra il giudice Giovanni Falcone e il Corpo della Guardia di Finanza, nonché del legame, talvolta controverso, tra quest’ultima e i cittadini del capoluogo siciliano.

Ricordare il giudice palermitano ucciso dalla mafia e il collega Paolo Borsellino, grande amico, compagno di lavoro e di sventura, a pochi giorni della commemorazione delle stragi dell’ormai lontano 1992 di cui quest’anno ricorre il 25.mo anniversario.

La viva commozione di un giornalista di spicco della cronaca giudiziaria palermitana, Salvo Palazzolo, al termine di una narrazione di momenti di vita professionale del citato magistrato, tratti da atti giudiziari custoditi all’archivio del reparto, inediti, raccontati attraverso alcuni fermi immagine, nel corso dei quali, più volte, il giornalista coglie l’occasione per soffermarsi su particolari che normalmente sfuggono al più attento dei lettori, ma non di certo all’occhio acuto di chi, da anni, sa ben scrutare tra le cosiddette “carte giudiziarie”.

E proprio attraverso tali documenti il professionista scopre quale forte intesa esistesse tra la Guardia di Finanza ed il noto giudice istruttore sin dai tempi in cui la parola “cosa nostra” rappresentava una teoria assurda, una idea stravagante, ancor prima dunque delle rilevazioni dei primi noti collaboratori di giustizia: Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno, che di li a venire avrebbero fornito gli esatti contorni di una struttura parallela allo Stato che in quegli anni aveva raggiunto la massima espansione con l’avvento dei corleonesi e del loro più grande referente politico locale, Vito Ciancimino, il noto sindaco palermitano, già assessore ai lavori pubblici, quando sotto la direzione di un altro sindaco discusso, Salvo Lima, firmò nel giro di poco tempo, oltre 4.000 licenze edilizie concesse a pochi soggetti vicini, dando così avvio al famoso “sacco di Palermo”, deturpando perennemente il volto della città.

Dunque uno stretto legame con le fiamme gialle, perché meglio rispondente alle esigenze investigative del magistrato che aveva avuto la genialità di capire che colpi più efficaci alle cosche mafiose si sarebbero potuto infliggere soprattutto attraverso l’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti, in tal modo vanificando il frutto delle loro attività delinquenziali, e quindi necessitava che le indagini di polizia giudiziaria piegassero verso un altro fronte, quello della ricostruzione dei flussi finanziari, prerogativa questa tipica dei finanzieri, mediante l’analisi di documenti su documenti, assegni su assegni, un po’ come avviene nel gioco di Minecraft, ove si pone “mattone su mattone…”

Una platea che si lascia trascinare dall’enfasi di tale narrazione, che raggiunge il culmine quando il giornalista, in una foto del giudice seduto nel suo studio, negli ultimi periodi della sua carriera professionale alla Procura della Repubblica di Palermo, rileva la presenza di un oggetto diverso da quelli solitamente più istituzionali che arredano la sua stanza, un modellino di elicottero della Guardia di Finanza, nel quale il narratore immagina un possibile desiderio di libertà magari vissuto dal giudice palermitano da quella cappa nauseabonda che ammorbava quel particolar contesto storico.

Un lungo applauso conclude l’intervento e la parola passa a Riccardo Lo Verso, che invece preferisce ripercorrere fatti più recenti di cronaca giudiziaria già rassegnati nella sua testata on line, riguardanti interventi della Guardia di Finanza che hanno avuto grande risonanza mediatica e forte impatto nell’opinione pubblica, tuttavia non ancora sufficientemente matura a comprendere l’importanza assunta dalla mission istituzionale dei finanzieri e quale vantaggio a favore di tutta la collettività produce un’incisiva azione di contrasto e di prevenzione all’illegalità.

E’ ovvio, aggiunge il giornalista, che le ragioni di tale impopolarità verso le fiamme gialle è da ricercare anche in quella fetta di popolazione, non necessariamente collocabile tra la categoria dei disonesti, che orbita in una area di ambiguità, come nel caso di quel padre di famiglia disposto a esborsare del denaro pur di ottenere un posto di lavoro al figlio, millantato da un fantomatico truffatore.

Da qui, quindi, l’estrema importanza del lavoro dei finanzieri che Riccardo Lo Verso più volte sottolinea ai familiari, rivolgendosi soprattutto alla gioventù presente in sala.

Racconta loro delle giornate passate assieme ai loro genitori nelle fasi cruciali degli interventi operativi a seguito dei quali si pone fine alle varie attività delinquenziali che inquinano il tessuto economico sano della società.

In definitiva, il giornalista, ricordando l’esempio di Vincenzo Mazzarella al quale è stata intitolata la caserma sede dell’Open Day, rivolge un plauso allo spirito di sacrificio degli uomini e delle donne del Corpo, che quotidianamente offrono a favore della comunità, rinunziando spesse volte ai propri spazi familiari pur di perseguire ogni espressione di illegalità, nella speranza di riuscire a creare un futuro migliore alle nuove generazioni, cui rivolge l’invito a credere nelle proprie forze senza intraprendere strane scorciatoie che non garantiscono sicuramente alcun risultato.

 

 

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