PALERMO – Il giudice monocratico di Palermo Nicosia ha condannato gli ex vertici di Fincantieri Palermo, Antonino Cipponeri, a 2 anni e 8 mesi, e Giuseppe Cortesi, a 3 anni, di carcere per omicidio colposo plurimo.
Al processo erano costituiti parte civile i familiari delle vittime, difesi dall’avvocato Fabio Lanfranca, Salvatore Cacioppo e Serena Romano, l’Inail, la Fiom Palermo e la Camera del Lavoro di Palermo. All’Inail sono stati riconosciuti complessivamente 500mila a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva, 10 mila euro sono stati riconosciuti a Fiom e Camera del Lavoro. I familiari delle vittime invece dovranno adire il giudice civile per i risarcimenti.
La Cgil Palermo e la Fiom Cgil Palermo esprimono soddisfazione per l’esito del processo che ha riconosciuto la responsabilità penale degli ex vertici di Fincantieri per la morte di 21 operai dello stabilimento palermitano, a causa della mancata adozione delle tutele previste dalla legge per le l’amianto.
“Esprimiamo soddisfazione, è stata una battaglia dura e ancora una volta l’autorità giudiziaria ha riconosciuto il ruolo svolto dalla Fiom a tutela dei lavoratori – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, per la Fiom il segretario generale Francesco Foti e il coordinatore Rsu di stabilimento Serafino Biondo -. Noi siamo sempre stati a fianco delle famiglie dei lavoratori che sono morti per aver contratto la malattia all’interno dello stabilimento dove, sicuramente fino agli anni Novanta, non era prevista nessuna tutela per evitare l’inalazione delle fibre killer. Una presenza storica, quella della Fiom, che siamo riusciti a documentare ai fini del processo, con tutte le denunce fatte avendone pienamente la titolarità. Per noi è un risultato importante perchè è stata fatta giustizia”.
“Vogliamo dedicare questa vittoria – aggiungono Foti, Biondo e Ridulfo – a Bruno Papignani, segretario Fiom dell’Emilia Romagna e coordinatore nazionale di Fincantieri, scomparso due anni e mezzo fa, che è stato sempre accanto a noi e ai lavoratori su questi temi”.
“Fincantieri fino al 1992 – aggiunge l’avvocato di parte civile Fabio Lanfranca – ha addirittura negato che presso lo stabilimento palermitano fosse adoperato l’amianto. Poi, a seguito dell’entrata in vigore della normativa che prevedeva uno scivolo pensionistico per i lavoratori esposti da più di 10 anni a inalazioni di fibre d’amianto, è stato ammesso il fatto che presso lo stabilimento di Palermo si trovavano 1.750 lavoratori in queste condizioni”.