Orlando e gli alleati invisibili |Nasce la coalizione matrioska - Live Sicilia

Orlando e gli alleati invisibili |Nasce la coalizione matrioska

La politica ai tempi dei partiti che si nascondono.

Amministrative
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E fu così che a Palermo prese vita la coalizione matrioska. La prima nel suo genere. Il brevetto è appannaggio di Leoluca Orlando, che ieri ha battezzato l’innovativo schema politico. All’esterno, infatti, il viso della matrioska è quello dell’unico e solo sindaco, sempiterno sovrano della politica palermitana. Lui e solo lui, senza simboli di partiti a guastare la scena, senza il bisogno di comparse e figuranti ad affollare il palco. Il suo partito si chiama Palermo e la sua Palermo si chiama Leoluca Orlando. Dopo di lui, il diluvio. Nella pancia della matrioska più grande ecco celarsi la matrioska più piccola, ben nascosta, quel Partito democratico palermitano che si presenta al voto nella quinta città d’Italia rinunciando al suo simbolo e al suo nome, acquattato in una lista civica allestita per portare acqua al leader. Dietro a un simbolo in cui è rimasta solo la D di Pd, rinunciando a quella obsoleta “P” che significa “partito”, parola quasi blasfema ai tempi del pensiero unico pentastellato per cui è tutto un magna magna, signora mia. Ben celato nella pancia di Orlando il Pd se ne sta buono buono, sperando che i suoi attivisti e i suoi elettori dimentichino in questi mesi come i dem negli ultimi cinque anni siano stati i più intransigenti oppositori del sindaco, di cui peste e corna hanno detto in ogni occasione. Retaggi di un passato perduto, oggi è il tempo della coalizione matrioska. E svitando e aprendo ancora la bambolina, ecco la matrioska mignon, ancora più nascosta e invisibile: gli alfaniani di Area popolare, quelli che ancora si aspetta un’elezione qualsiasi per valutarne l’effettivo peso, in voti e non in poltrone. L’occasione ci sarà, prima o poi, ma non sarà questa. Perché stavolta i centristi staranno lì, nella pancia della pancia della matrioska, a combattere la buona battaglia del sindaco con cui la città “è rinata”, hanno gongolato ieri, senza preoccuparsi di spiegare perché in questo straordinario rinascimento civico loro sono stati all’opposizione per tutto il tempo. Dettagli, certo. Quel che conta è ciò che da fuori si ammira della grande matrioska. Che si staglia gigante in uno scenario di rovine politiche, mentre i suoi oppositori, dal centrodestra in stato confusionale ai grillini dilaniati dalla faida intestina, continuano ad accapigliarsi e a tirarsi pesci in faccia, srotolando il tappeto rosso verso Palazzo delle Aquile all’unico e solo sindaco e ai suoi invisibili portatori d’acqua.


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