"Orlando scontento della giunta| Il caos conti? Un problema politico" - Live Sicilia

“Orlando scontento della giunta| Il caos conti? Un problema politico”

Giusto Catania

Intervista a Giusto Catania: "Il sindaco non ha bisogno di chi dice sempre di sì. Adesso si apra una fase nuova".

PALERMO – “Sul rendiconto il problema non è contabile, ma politico. E se il sindaco parla di una nuova giunta, è perché evidentemente non è soddisfatto dell’attuale”. Parola di Giusto Catania, il capogruppo di Sinistra Comune a Sala delle Lapidi che in questi ultimi giorni è stato tra i protagonisti del dibattito interno alla maggioranza orlandiana di Palazzo delle Aquile e che domani parteciperà all’assemblea cittadina di Sc convocata alle 16 ai Cantieri della Zisa per fare il punto della situazione. “Abbiamo bisogno di una giunta che guardi al 2022, che rilanci l’azione dell’amministrazione della città. Il nostro rapporto col sindaco? Ottimo, come sempre”.

Giovedì pomeriggio Orlando ha incontrato i capigruppo di maggioranza per discutere di bilancio, ma anche di rimpasto. Com’è andata?
“Il vertice ha rappresentato uno spartiacque, il segno del cambio di fase: finalmente abbiamo smesso di parlare di rimpasto e abbiamo iniziato a parlare del rilancio politico e amministrativo della città. Cosa che Sinistra Comune chiedeva da mesi: cambiare tre assessori senza tessera di partito per metterne altrettanti con la tessera non avrebbe risolto il problema. Adesso, grazie anche alla discussione di questi giorni che è stata un campanello d’allarme, si è passati a un’altra fase: si ragiona su un rilancio complessivo, anche con eventuali rimodulazioni di deleghe”.

Resta il parere negativo dei Revisori sul consuntivo. Cosa farete?
“Non è un problema contabile, ma politico. Probabilmente, se i revisori avessero avuto le controdeduzioni del Comune attraverso una convincente interlocuzione, ne avrebbero tenuto conto”.

Ma approverete il consuntivo così com’è?
“E’ una fotografia di qualcosa che è già successa, quindi è immodificabile. Lunedì la maggioranza si confronterà su questo, ma io resto della mia idea: bisogna emendare l’atto deliberativo elencando quello che abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo per superare le criticità segnalate”.

Come giudicate l’operato dell’assessore Antonio Gentile, che ha la delega al Bilancio?
“Gentile ha lavorato sui conti e non sulla politica, ma l’assessore al Bilancio non può soltanto far quadrare i conti, che è invece compito del Ragioniere generale: l’assessore deve ragionare sulla programmazione delle risorse economiche. E’ vero, abbiamo un problema di risorse, ma bisogna mettere in primo piano la necessità di un bilancio partecipato coinvolgendo i cittadini. Se è vero che ci sono difficoltà, è anche vero che la cosa riguarda tutti gli enti locali italiani a causa dell’operato dei governi di centrodestra e centrosinistra degli ultimi anni, linea che l’attuale governo ‘legastellato’ continua a perseguire. Qui serve una nuova fase: un bilancio costruito dal basso, che ascolti i cittadini e che preveda una politica espansiva aumentando la capacità di indebitamento del Comune. Vedremo cosa ne penseranno le opposizioni: il Movimento cinque stelle che a Roma lotta contro i vincoli di bilancio, può a Palermo fare il rigorista? Del resto le criticità mosse dai revisori non sono sui conti, ma sul rispetto dei parametri che sono arbitrari e imposti dai vincoli di finanza pubblica, dal patto di stabilità interno. Serve una nuova visione di città”.

Andiamo al dato politico. Com’è il vostro rapporto con Orlando?
“Col sindaco il nostro rapporto è sempre stato ottimo”.

Ma in questi giorni siete stati molto critici…
“Il sindaco ha bisogno di persone e di forze politiche che esprimano un punto di vista e che non dicano sempre sì. Da mesi diciamo che non basta il rimpasto e che bisogna riportare al centro la politica: ieri Orlando ci ha detto che ripartiamo proprio da qui. Verificheremo ovviamente i tempi e le modalità. Io penso che ci sia un modo per stare correttamente in maggioranza: dirsi la verità, non nascondendo quello che succede. E se ci sono elementi di criticità o di non condivisione, bisogna lavorare per superare le questioni. Sarebbe ipocrita dire sempre sì”.

E il rimpasto?
“Ci sarà una fase di confronto interna alla maggioranza, ma è chiaro che la nuova giunta dovrà rilanciare l’azione amministrativa. Il che significa anche che non c’è un giudizio positivo sull’attuale: se Orlando parla di rimpasto, è perché evidentemente pensa che l’attuale squadra non abbia una vocazione al futuro. Nella prossima giunta ci vorranno assessori pronti a sostenere la sfida del 2022, pronti a essere potenzialmente tutti candidati a sindaco con questa coalizione culturale che comprenderà anche Orlando”.

Coalizione culturale e non politica?
“Da qui al 2022 chissà quante volte cambierà la geografia politica, ma bisogna mantenere una coalizione culturale progressista che punti sull’accoglienza, sui diritti, sui servizi pubblici, che guardi ai deboli e dica no alle privatizzazioni, che coinvolga i cittadini dal basso. Un’impostazione che prescinde dai partiti futuri. La nuova giunta sarà il primo passo verso le elezioni del 2022, come chiedevamo: finalmente Orlando ci ha dato ragione, ripartiamo da qui. Se fosse accaduto il contrario, ci saremmo preoccupati. I giornali ci hanno raccontato il balletto dei nomi, ma per noi non è mai stato questo il punto dirimente”.

Ma quando ci sarà il rimpasto?
“Il sindaco ci ha detto che iniziamo a lavorare sin da oggi a questa nuova fase così che, quando sarà approvato il bilancio di previsione 2018, saremo pronti a partire”.

Il bilancio di previsione dovrebbe essere approvato entro novembre…
“E infatti noi domenica partiamo con un incontro con i presidenti delle partecipate del Comune, ragionando sulle prospettive di rilancio dei servizi pubblici locali. C’è un tema che riguarda la città sporca, l’illuminazione pubblica, i trasporti, l’acqua: su questo ci confronteremo nel merito. Da domenica parte la costruzione di un processo programmatico e politico. Noi già siamo in moto, questa sarà la prima iniziativa, ma ne svilupperemo altre”.

Quindi l’attuale giunta è tutta da bocciare?
“Noi non abbiamo mai discusso nel merito delle deleghe e dei ruoli e non facciamo gli elenchi dei promossi o dei bocciati, anche se c’è una valutazione globale non pienamente sufficiente. Gli otto nuovi assessori dovranno essere potenzialmente tutti in grado di fare bene il vicesindaco e di essere candidati a sindaco nel 2022. Ma ripeto, non ne faccio una discussione sui singoli: serve una giunta nuova perché si tratta di un organo collegiale. Il fatto che l’attuale squadra non sia stata all’altezza delle aspettative non è legato alle singole persone, noi non abbiamo preclusioni sugli attuali assessori che, presi singolarmente, hanno dato un valente contributo alla città. Il tema, semmai, è generale rispetto all’azione della giunta. Se in futuro ci sarà un assessore di Sinistra Comune, questo non risponderà a Sinistra Comune ma alla coalizione, al consiglio comunale e alla città”.

Finito il consuntivo, sarà la volta del previsionale…
“Che però, approvato a novembre, non potrà avere una grande vocazione. Bisognerà fare le corse contro il tempo per impegnare le somme in 15 giorni, la manovra non potrà guardare al futuro e questo perché arriviamo quasi a fine anno, cosa che è colpa dell’incertezza nel trasferimento delle risorse. Bisogna rompere questo meccanismo perverso che ingabbia la programmazione”.

Infine Amat. Vi aspettate che stralci i 30 milioni, come chiesto dal sindaco?
“Amat deve farsi carico della direttiva del sindaco, c’è poco da discutere. Però è bene chiarire due cose: parliamo di crediti che risalgono anche a vent’anni fa e la cosa grave è che adesso l‘azienda debba farsi carico di un disallineamento che affonda le radici negli ultimi decenni; inoltre ormai siamo davanti a un bilancio consolidato, Amat è parte di un sistema. Stralciare le risorse dal bilancio di Amat non significa darle ai privati, ma farle restare sempre all’interno del bilancio comunale e quindi il ragionamento che va fatto deve essere generale. È una partita contabile e a costo zero. Intanto va ricordato che la Regione deve ad Amat 40 milioni di euro, che se pagati avrebbero risolto il 90% dei problemi. L’Amat inoltre è un’azienda che ha un grande futuro, ma subisce quello che succede a tutte le aziende di trasporto pubblico in Italia e nel mondo: per definizione il trasporto pubblico è un servizio in perdita perché va incontro alle esigenze sociali. Se qualcuno però pensa che il servizio, domani, sarà in attivo con un colpo di bacchetta magica, si sbaglia: chi ha scelto di privatizzare è andato incontro a fallimenti, come dimostra l’Inghilterra. Ma la potenzialità di espansione di Amat, fra nuove linee di tram e nuovi autobus, ci sono e possono rilanciare l’azienda: la Regione però inizi a mettere i soldi sul ferrato”.


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