PALERMO – Uno scontro totale, ben più fragoroso di quello per i porticcioli con l’allora presidente Nino Bevilacqua, e che vede per protagonisti da un lato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e dall’altro Vincenzo Cannatella, dallo scorso 4 luglio a capo dell’Autorità portuale del capoluogo siciliano. E dire che, inizialmente, tra i due sembrava essersi stabilita una certa sintonia: dalla gestione del prato del Foro Italico alla questione dei porticcioli della città, passando per il Piano regolatore del porto.
Un’armonia finita presto in soffitta per far spazio alla delicatissima partita che si sta giocando sul nuovo segretario generale dell’ente porto: una carica che Cannatella avrebbe voluto affidare a Marco Lupo, ex dirigente regionale ai Rifiuti, considerato da sempre vicinissimo al governatore siciliano Rosario Crocetta, ma che è rimasta invece vacante per il fuoco di sbarramento di Orlando ma anche della Camera di Commercio e delle imprese che fanno parte del comitato portuale, chiamato a effettuare ufficialmente la nomina.
Una guerra che adesso si sposta dalla figura del segretario dell’ente a quella del presidente in persona: Palazzo delle Aquile ha infatti presentato un ricorso al Tar contro la nomina dello stesso Cannatella. Quella che fino a qualche tempo fa era poco più che un’ipotesi, ventilata proprio da Livesicilia, è diventata realtà nell’ultimo giorno utile per potersi appellare alla giustizia amministrativa. Un ricorso dell’Ufficio legale del Comune, guidato da Giulio Geraci, che chiede ai giudici di annullare il decreto 308 del 4 luglio 2014 con cui il ministro alle Infrastrutture Lupi ha nominato Cannatella presidente dell’Autorità portuale, dopo un periodo da commissario. Una contestazione che si basa su due punti: l’esclusione di piazza Pretoria dal processo decisionale che ha portato alla nomina dell’ex presidente dell’Amap e la mancanza dei titoli necessari a ricoprire quella carica.
La legge in questione è la 84 del 1994 che, all’articolo 8, descrive l’iter che deve portare alla nomina del presidente di un’Autorità portuale: “Il presidente – recita la norma – è nominato, previa intesa con la regione interessata, con decreto del Ministro dei trasporti, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura”. E anche nel caso in cui non ci sia l’intesa con la Regione, il ministro sceglie tenendo comunque “ conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio”. Insomma gli enti locali, in entrambi i casi, hanno un ruolo non secondario nella proposta dei tre nomi.
Il Comune, anzitutto, lamenta il fatto di non conoscere il decreto che avrebbe estratto dal sito internet dell’Autorità e di cui non conoscerebbe nemmeno la data di decorrenza, ma soprattutto sostiene di non essere stato coinvolto né per la designazione della terna di esperti da cui il ministro sceglie d’intesa con la Regione, né di essere stato consultato da Crocetta nel caso in cui Lupi abbia scelto senza intesa con il governatore. Insomma, a piazza Pretoria non sanno nemmeno di preciso come siano andate le cose (cioè se Lupi ha scelto di intesa o meno con la Regione), ma comunque lamentano di essere stati tagliati fuori.
Ma non è finita qui. L’offensiva nei confronti di Cannatella non riguarda solo l’iter burocratico, ma mette sul banco degli imputati anche il curriculum dell’ingegnere. La legge prevede che i candidati abbiano una “comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”. E qui è il turno del secondo affondo: secondo il Comune dal curriculum di Cannatella non si evincerebbe il possesso dei requisiti. L’ingegnere ha ricoperto incarichi nel settore del trasporto pubblico locale e in quello dei trasporti in genere, ma non nell’economia dei trasporti, ovvero analisi, progettazione e gestione dei sistemi di trasporto.
Per Orlando non valgono, in questo senso, né l’incarico della Provincia di redigere lo studio di fattibilità dei centri di interscambio modale nel territorio di Palermo, né quello di componente del tavolo tecnico per la individuazione degli interventi strumentali e di riqualificazione del sistema del trasporto merci in Sicilia. E comunque, al netto di tutto, per Geraci mancherebbe l’esperienza nel settore portuale.
Insomma una guerra all’ultimo sangue che arriva dieci giorni prima dell’ennesima riunione del comitato portuale, convocato per il 30 ottobre, dopo essere stato rinviato per ben quattro volte per la mancanza di un accordo sul nome del segretario (nel frattempo regge l’interim il dirigente interno Coroneo). Sul tavolo, stavolta, c’è però il ricorso del Comune: una pistola fumante che ha l’obiettivo di spingere Cannatella ad evitare il braccio di ferro trovando un accordo. Orlando punta ancora su Vito Piraino, la Camera di Commercio su Giuseppe Todaro, Cannatella difficilmente potrà insistere ancora su Lupo (nel frattempo nominato all’Arpa Lazio) anche se sembra improbabile che accetti una sconfitta tout court, malgrado debba mantenere il feeling con la Regione che ha contribuito alla sua nomina. A meno che, per uscire dall’impasse, non si cerchi una soluzione tecnica che possa accontentare tutti.