CALTAGIRONE – A Caltagirone il servizio di ristorazione interna dell’Ospedale Gravina Santo Pietro è stato negli anni motivo di vanto per un’intera comunità. Il servizio che veniva fornito, grazie a una cucina interna e a personale specializzato, ha preparato milioni di pasti per i degenti del Gravina e negli ultimi mesi anche per l’Ospedale di Militello in Val di Catania. Nelle scorse settimane, però, è arrivato lo stop alle cucine del Gravina. Il motivo è da addebitarsi alla inagibilità dei luoghi. Il solaio del locale dove sono installate le cucine, infatti, necessità di un recupero radicale ed urgente. A nulla però sembrano essere valse le segnalazioni che per tre anni dall’ufficio tecnico del Gravina sono giunte all’Asp di Catania, circa la necessità e l’urgenza di provvedere ai lavori di ripristino.
Giunta l’inagibilità, l’Asp di Catania decide in forma urgente di provvedere alla somministrazione dei pasti tramite ditta esterna. La quale da, in subappalto, ad una ditta caltagironese il compito di provvedere alla somministrazione dei pasti per il nosocomio. Da Marzo però, medici e pazienti segnalano gravi inadempienze. I documenti in possesso di LiveSiciliaCatania dimostrano, infatti, che la questione, non del tutto risolta, è stata posta all’attenzione dell’Asp già in più di un occasione. Stamani, una passeggiata fra le corsie, ci ha dato la possibilità di discutere con infermieri e parenti dei ricoverati, della questione.
Il dato più significativo l’ha posto chi si occupa del reparto di emodialisi. I pazienti sottoposti a trattamenti di emodialisi non ricevo un pasto canonico ma dei panini adeguatamente preparati per rispondere alle necessità dei degenti. A parer di molti il pane è sembrato crudo e non corrispondente alle richieste effettuate dal reparto stesso, cosa che ha fatto desistere i pazienti in più occasioni a consumare il pasto. Anche dei semplici limoni, sembrano essere merce rara. Abbiamo assistito infatti alla retarguenda che personale dell’Ospedale Gravina rivolgeva stamane al personale dell’azienda incaricata, proprio sull’assenza del non poi così raro agrume. Pare che nelle note di consegna ogni tanto venga inserita qualcosa che in realtà poi non verrebbe consegnata. Sul verbale redatto a seguito di una riunione svoltasi presso la stanza del Direttore Medico del Presidio, dott.ssa Giovanna Pellegrino, già responsabile del Distretto Territoriale e responsabile per l’Ospedalità Privata, alla presenza delle Dietiste del Presidio, sono emerse le seguenti criticità: bicchieri monodose non confezionati, sacchetti di thè prive di involucro di protezione, buste di plastica con il materiale della colazione sporche, mancanza dei copri vassoio monouso, consegna di mozzarelle senza piatto sigillato e senza identità del prodotto consegnato.
Fra le note in verbale emergono soprattutto le seguenti: qualità scadente delle materie prime utilizzate per la preparazione dei pasti (pasta poco cotta, carne cruda, verdure non pulite adeguatamente, mozzarelle distribuite nello stesso giorno di scadenza, pane duro, polpette maleodoranti, frutta cotta sfatta. Oltre alla grammatura dei pasti esigua e quantità insufficienti rispetto alle richieste dei singoli reparti. Nei giorni scorsi intere consegne sono state rifiutate dai pazienti o dai loro parenti che hanno preferito provvedere per proprio conto pur di consumare il cibo consegnato.
Le mamme dei pazienti di pediatria nelle scorse giornate hanno inviato una lettera agli uffici di competenza per denunciare questo stato di cose. A complicare le cose, almeno dal punto di vista strettamente burocratico ci sarebbe da parte dell’Asp l’illegittima assegnazione del servizio alla ditta. Voci di corridoio, darebbero per inesistente l’atto deliberativo di affidamento del servizio di distribuzione del vitto.
Dall’Ospedale di Caltagirone, interpellati per una replica, è giunta la nota direttamente dall’ufficio stampa: “Sulla questione stanno operando sinergicamente la Direzione medica dei Presidi del Distretto Integrato del Calatino ed il SIAN dell’Asp Catania. Abbiamo avviato tutte le procedure previste per il controllo del vitto elevando le necessarie contestazioni. Sono, inoltre, costanti le verifiche degli uffici competenti in merito alle condizioni igienico-sanitarie della cucina della ditta. In una situazione di emergenza, vista l’assoluta inagibilità della Cucina di Santo Pietro dove venivano confezionati i pasti, si è provveduto ad ampliare, nei limiti previsti dal contratto, il servizio di fornitura del vitto, in atto per tutti gli Ospedali dell’Asp Catania, anche all’Ospedale “Gravina”. Non si tratta, quindi, di un incarico, ma dell’ampliamento di un servizio di fornitura già appaltato, nel rispetto dei limiti contrattuali che prevedono l’ampliamento o la diminuzione della fornitura nella misura di 1/5. Era l’unico atto possibile nell’immediatezza per garantire l’erogazione dei pasti ai degenti. Per quanto attiene al pasto dei pazienti sottoposti a dialisi. È necessario chiarire che le richieste di vitto partono direttamente dalle Unità Operative secondo precise necessità dietetiche. Nello specifico ai pazienti sottoposti a dialisi vengono offerti due panini. È una prassi ormai consolidata da tempo, a garanzia dei pazienti che non devono così interrompere la prestazione in corso”.