Ovetti Kinder nella bufera. Il marchio appartenente alla multinazionale italiana “Ferrero” è finito nel mirino dei social, a causa di una sorpresa, da molti definita “razzista”. Il caso è esploso quando alcuni genitori hanno iniziato a postare su Facebook e Twitter le foto di pupazzetti insoliti, trovati dai relativi figli all’interno degli ovetti più famosi al mondo: omini con fattezze e colori simili allo stesso ovetto con un ciuffo biondo e tre palloncini con su scritta la lettera “K”.
A molti, la capigliatura del giochino è sembrato un esplicito riferimento al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mentre le tre “K” richiamavano in qualche modo ai Ku Klux Klan (KKK), i suprematisti bianchi che da più di mezzo secolo operano come organizzazione terroristica segreta sul territorio americano, a difesa della razza bianca.
Una combinazione insostenibile per molti attenti osservatori che hanno così richiamato l’attenzione dell’azienda dolciaria. Ma per spegnere ogni polemica, è arrivato con puntualità un comunicato di replica da parte della Kinder: “Nel disegno iniziale, il giochino aveva un solo palloncino con la lettera K. Gli altri due sono stati aggiunti per rendere la struttura complessiva più robusta e stabile, dal momento che la sicurezza e la qualità dei nostri prodotti sono molto importanti. Non volevamo assolutamente fare alcun riferimento al Ku Klux Klan e ci scusiamo davvero con chi si è sentito offeso. Il pupazzetto in questione era in edizione limitata in quanto prodotto in occasione del cinquantesimo anniversario di Kinder, abbiamo già interrotto la produzione e tramite il servizio clienti è possibile cambiare quelli già trovati negli ovetti con altri giochini a scelta”.