"Padre mio, vossia…". Il vecchio boss della Noce e l'erede scarcerato

“Padre mio, vossia…”. Il vecchio boss della Noce e l’erede scarcerato

Passato, presente e futuro del mandamento mafioso

PALERMO – Il grande vecchio di Cosa Nostra alla Noce è Piero Di Napoli. Lo “zio Pierino”, classe 1939, fino al 2006 è stato il reggente del mandamento. Una lunga parentesi carceraria alle spalle e un prestigio mai scalfito. Già nel 2019 Angelo De Luca e Nicolò Zarcone, affiliati alla famiglia di Cruillas, intercettati spiegavano che il vecchio boss riceveva soldi e al contempo era una delle voci più autorevoli della mafia.

All’indomani della morte del boss Giovanni Nicoletti si era aperta la partita per la successione fra Salvatore Alfano e Giancarlo Seidita. Sulla decisione finale, così diceva De Luca, “sempre la sua (di Di Napoli ndr) parola passa”.

Nel 2022 il reggente della famiglia della Noce Guglielmo Ficarra riconosceva a Di Napoli un ruolo sovraordinato: “… lui mi ha fatto entrare… morendo lui rimaniamo io o Fabio”. E cioè Fabio Chiovaro, altro boss che conta e che lo scorso aprile è stato scarcerato per fine pena dopo 14 anni al 41 bis. Stando alle parole intercettate il futuro mafioso della Noce passa dalle sue mani.

Di sicuro l’arresto di Fausto Seidita ha lasciato vacante il ruolo di capo del mandamento. La storia di Cosa Nostra insegna che la continuità mafiosa è decisiva per le sorti di Cosa Nostra. Dalle indagini sfociate nel blitz dello scorso aprile era emersa una profonda spaccatura fra due gruppi. Da una parte quello che faceva capo all’incospettabile commerciante di scarpe Giuseppe Romagnolo, il gruppo di Renzo Lo Nigro. Luigi Castagna confidava nella prossima scarcerazione di Chiovaro per mettere le cose a posto, cacciare gli “abusivi’ e “cose inutili”.

“Appena si arricampa quello, parola d’onore, se non si mette in piedi dalla sedia a rotelle (si riferisce alle condizioni di salute di Chiovaro, ndr) – diceva Castagna -. Quale turno? Ma quale turno deve aspettare, che fa scherzi? Tutti abusivi sono, per ora sono in affitto. Tipo Robocop scende… ora si arricampano i proprietari, ce n’è discorsi belli da fare…”.

Carlo Castagna, altro arrestato per mafia, nel 2023 faceva un resoconto del suo incontro con D Napoli: “… padre mio vossia padre mio è”, gli disse quando .. lo aveva incontrato al bar e avendo saputo dei problemi di salute del vecchio boss. A proposito di soldi da incassare Fabio Chiovaro diceva: “… quello di 90 anni di Malaspina sta rompendo i coglioni”.

Girolamo Quartararo, uno dei fermati nel blitz della squadra mobile, a febbraio 2024 fece un ritratto operativo dello “zio Pierino. Non bisognava farlo arrabbiare. C’era riuscito un imprenditore soprannominato “il milanese”. Il “pony – era il nomignolo affibiato da Paolo Bono a Di Napoli – le corna gli rompe e il pony appena gli si bagnano le mani vedi che il pony non lo vede”.

Infine una frase emblematica proferita sempre da Bono: “Io ho 47 anni.. 27 anni fa già sentivo il suo nome. La storia è quella, non la puoi cambiare… gira sempre il suo nome… il suo timbro”. Il timbro mafioso di Pierino Di Napoli.


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