PALERMO – “La sconfitta del governo Crocetta in Aula sulla proroga dei commissariamenti delle Province rivela l’impotenza di un governo che annuncia riforme epocali e poi perde tempo nel farle e la protervia di una classe politica regionale arroccata, mentre la Sicilia affonda, a difendere interessi di basso profilo e la pratica del potere per il potere”. Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia a proposito della bocciatura all’Ars dell’emendamento sulla proroga dei commissariamenti delle Province.
“Che la più importante riforma istituzionale della Sicilia fosse partita male– aggiunge- lo abbiamo rilevato già da tempo. Ora che si è consumata l’ennesima sceneggiata della politica- dice ancora Pagliaro- e che i falchi della conservazione sono tornati a dire la loro agevolati dalle crepe della maggioranza e dalla conseguente lentezza nel portare a casa i risultati, vorremmo sapere cosa accadrà, se questa sarà l’ennesima occasione per tornare indietro e per non fare, continuando a sprecare il denaro pubblico e la possibilità di incidere per migliorare le cose”.
Pagliaro si dice “allibito” del fatto che “la politica siciliana non riesca a comprendere che la riforma degli assetti istituzionali può rappresentare l’opportunità vera ed autentica di cambiare volto alla Sicilia. Si dovrebbe correre- aggiunge- e invece si continua a prendere tempo e il risultato è che chi ha gli occhi rivolti all’indietro acquista posizioni. Da questa riforma- sottolinea il segretario della Cgil- può derivare anche la sburocratizzazione della Regione, di cui non comprendiamo le lentezze, le farraginosità, le inspiegabili lungaggini delle procedure. Non comprendiamo- afferma- perché per un’autorizzazione passino anche anni con la conseguenza che spesso gli investitori abbandonano la Sicilia perché le risposte non arrivano in tempi adeguati ;cosi come non ci si spiega perché un lavoratore forestale debba aspettare fino a sei o sette mesi per percepire una retribuzione”.
Pagliaro conclude dicendo che “i tempi delle aziende e delle persone non sono compatibili con quelli della burocrazia e la politica di questa regione dovrebbe attivarsi virtuosamente per cambiare le cose smettendola di essere più sorda del sordo che non vuole sentire”.