La politica non ha capito il tema: ci vorrà uno sforzo sovrumano per salvare Palermo. La politica finge di avere compreso l’impatto di una situazione straordinaria e si dice preoccupatissima del presente e del futuro. Poi, però, agisce con i vecchi rituali delle polemiche ordinarie. Si divide su nomi e alleanze. Si scambia ripicche e veleni. E mentre la politica gioca alla politica, questa città muore. Ci sono molti argomenti risibili sul tappeto. Partiamo dall’affermazione principe: alcuni incolpano altri “per la disastrosa gestione Cammarata”. Quante volte lo abbiamo sentito. Ora, è vero che il disastro comune ha una veste amministrativa di centrodestra. Indiscutibile. Ma bisogna guardare la nuda faccia della realtà. Lo sfascio che ha consegnato Palermo alla disperazione appartiene a tutti: alla maggioranza, all’opposizione, alla giunta, a una classe dirigente inetta e ignorante. In definitiva, gli anni terribili che abbiamo passato puntano il dito contro tutta la politica, contro la sua riluttanza a cercare sintesi per uno scopo collettivo, contro la sua ignavia che non le consente di guardare oltre il proprio immediato orticello.
E’ esattamente quello che sta accadendo. Mentre la casa brucia, i pompieri litigano sul colore delle divise. E si accapigliano in un caos di idranti e scale, ostacolandosi. Siamo alla canna del gas. E questi irresponsabili discutono dell’album delle figurine, del chi sta con chi, del tu stavi con lui e non con me. Almeno sul Titanic ballavano prima dello schianto con l’iceberg. Qui il ghiaccio è già entrato nel cuore di un popolo distrutto. E gli Schettino di turno pensano a rimpallarsi le responsabilità. Somma e amara lezione sull’inutilità degli uomini pubblici a disposizione.
Perché uno li guarda e pensa: ma costoro come salveranno Palermo, se non riescono nemmeno a valutare l’urgenza dell’intervento? Dovremmo avere candidati sindaci certi, ognuno con una giunta di supereroi e un’idea definitiva di governo. Invece si baloccano. I punti del programma? Boh, si vedrà. Come differire la cura di un corpo che perde sangue in fretta. Dai, giochiamo ancora un po’ alle lacerazioni e ai trucchetti di palazzo.
Tanto quando avrete finito di giocare, comandanti o aspiranti tali, questa città sarà già morta. Chissà se farete in tempo ad abbandonare la nave.