Palermo 2022, ressa di candidati sindaco a sinistra: i nodi - Live Sicilia

Palermo 2022, ressa di candidati sindaco a sinistra: i nodi

Oggi la direzione del Pd sulle amministrative

PALERMO – Nelle scorse settimane le candidature a sindaco di Palermo, nel centro sinistra non sono mancate. Il parterre si è via via popolato. Da qualche giorno le acque sembrano essersi calmate. Oggi però sono destinate a essere smosse Il Partito democratico riunisce oggi la direzione regionale del partito. Il tema? La situazione politica e le elezioni amministrative. Mancano poco meno di tre mesi alla votazione sul futuro sindaco di Palermo. Li decisioni sul nome del sindaco, sul metodo per la sua scelta e sulla coalizione che lo deve esprimere non sono quindi più rinviabili.

Come sempre in politica, le previsioni valgono poco. Al momento sembra che dare le carte tocchi proprio al Partito democratico. Il sindaco uscente Leoluca Orlando nelle scorse settimane si è detto disponibile, dato che non si ricandiderà, a sostenere un processo che passi dalle primarie. Nessuno a sinistra rigetta l’iniziativa democratica: votare è sempre il miglior modo per risolvere la partita. Il problema è piuttosto un altro: in tanti dicono “primarie, magari sì”, ma aperte a chi?

La questione appunto è il perimetro della coalizione di centro sinistra. Il Pd è al centro. A destra è tirato da chi contesta l’esperienza di Orlando: Italia Viva, Più Europa e il gruppo Oso. I consiglieri di queste tre realtà hanno fatto fronte comune durante la battaglia a Sala delle Lapidi per l’approvazione del piano di riequilibrio e il fronte sembra compatto anche in vista di possibili schieramenti futuri. A sinistra i dem ricevono le lusinghe di chi, invece dice no a qualsiasi allargamento a estranei rispetto al gruppo che attualmente sostiene Leoluca Orlando e che a fatto passare per l’appunto il piano di riequilibrio. Dentro questa squadra c’è anche il M5s che al momento è stata la forza con le carte maggiormente coperte. A curare la partita c’è stato Giampiero Trizzino, che nelle scorse settimane ha rivendicato l’importanza di essere riusciti a tenere assieme M5s, Pd e Sinistra.

Terzium non datur? Probabilmente, al di là di prospettive di unione che vada da Faraone a Giusto Catania, non esistono terze vie. Si è parlato, è vero, di un modello Draghi per le comunali palermitane; forse anche di un modello Ursula. Tutti sono d’accordo però che replicare queste alchimie in elezioni che, per quanto sono importanti, sono pur sempre locali, appare al quanto complicato. Anche la prima ipotesi di campo largo sembra inoltre non essere poi così possibile.

Ma chi sono e quanti sono i candidati a sindaco di Palermo. Il rischio di dimenticare qualcuno c’è. Anzitutto c’è Davide Faraone. Il renziano è stato il primo ad uscire con i cartelloni pubblicitari in città, dopo l’incoronazione a candidato di Matteo Renzi.

Aveva dato la sua disponibilità a correre alle primarie anche il dem Carmelo Miceli. Proprio lui aveva appoggiato l’idea di Fabrizio Ferrandelli di un’alleanza contro i sovranisti. Proprio quello di Ferrandelli è uno dei nomi che non circola. L’esponente di Più Europa, avversario di Orlando alle precedenti comunali, è uno dei politici locali più conosciuti, secondo i sondaggi, ma fino a ora si è tenuto al riparo dall’esposizione alla corsa.

A fare sentire la sua voce, recentemente, è stato poi Fabrizio Micari. L’ex rettore dell’Università di Palermo si è detto disponibile alla corsa da primo cittadino. Poi negli ultimi giorni, con una dichiarazione che è apparsa di posizionamento, ha chiesto alle forse del centrosinistra di “fare presto”.

Più a sinistra, si è portata avanti con il lavoro Mariangela Di Gangi: ha avviato dei forum tematici e corre alla carica di sindaco. Ieri, però, intervistata da LiveSicilia ha fatto filtrare la sua predisposizione a partecipare alle primarie. “C’è confusione” ha denunciato Di Ganci proseguendo che per questo “ci vuole un passaggio condiviso, per coinvolgere i partiti ma anche quello che di vitale, ed è tanto, resiste a Palermo”.

Ancora a sinistra ci sono poi le candidature che nascono da campagne di sottoscrittori. Qualcuno ha chiesto di candidarsi a Ninni Terminelli, presidente di Sinistra delle Idee. Stessa proposta è stata fatta da altri a Valentina Chinnici. I nomi dei sottoscrittori non sono pubblici e c’è da pensare che gruppi articolati di persone si sentano rappresentati da una figura. Il processo è stato spiegato da Giusto Catania, anche lui papabile candidato. “Proposte simili – ha detto Catania riferendosi alla sottoscrizione per Terminelli – sono arrivate anche a me, a Mariella Maggio, a Barbara Evola, a Fausto Melluso, a Luigi Carollo ma nessuno si è autocandidato, rimandiamo tutto a un ragionamento collettivo. Abbiamo anche altre disponibilità in grado di rappresentare tutta la coalizione”. Civica dovrebbe essere la candidatura, poi, di Rita Barbera.

Fra i papabili candidati c’è poi Fabio Giambrone, il vice sindaco di Leoluca Orlando. Giambrone si è detto disponibile alla sfida qualche mese fa. Anche in questo caso come in altri la strategia che sembra prevalere è quella del gioco a carte coperte.

Oggi intanto il Pd si riunisce per discutere della scelta del candidato alla carica di prossimo primo cittadino. Probabilmente non ne verrà fuori un nome quanto piuttosto, come si è detto all’inizio il tentativo di definire un percorso. La corsa sotterranea però continua e c’è chi annette tra i papabili la dem Teresa Piccione. Adesso occorrerà capire se, come in ogni conclave che si rispetti, chi entra papa uscirà cardinale.


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