Palermo, Bellolampo autonoma fino a ottobre

Palermo, a Bellolampo autonomia fino a ottobre: danni milionari dagli incendi

Comune pronto a battere cassa con la Regione

PALERMO – I sindacati sul piede di guerra, i conti in rosso, i danni dell’incendio dello scorso luglio che pesano sui conti della Rap, la speranza di avere la settima vasca a ottobre per non ripiombare nell’emergenza, visto che la terza avrà spazio solo fino al mese prossimo. Palermo è di nuovo alle prese con i suoi rifiuti o, almeno, con la necessità di smaltirli senza trasformare le strade della città in una discarica a cielo aperto.

Raccolta sull’orlo dell’emergenza

Martedì la situazione è tornata critica: alcuni fornitori hanno deciso di fermarsi, in attesa dei pagamenti dell’azienda, e la raccolta dell’immondizia ha seriamente rischiato di andare in tilt. Troppo per una società come la Rap che non naviga in buone acque: la semestrale ha chiuso con un rosso di 3,8 milioni, i mezzi sono vecchi, i noleggi costano troppo e il risultato è che basta poco a far inceppare gli ingranaggi. I rappresentanti dei lavoratori hanno deciso di alzare la voce indicendo le assemblee e puntando il dito contro il Comune accusato di rallentare i pagamenti: l’azienda, guidata da Giuseppe Todaro, si è schierata al loro fianco. Un clima incandescente che è stato al centro di una riunione delle commissioni del consiglio comunale con i vertici di Rap.

I danni milionari degli incendi

Partiamo da Bellolampo. La Regione dovrebbe consegnare la settima vasca a ottobre (collaudo permettendo) e la speranza è che questa volta l’impegno venga rispettato: Palermo continua ad abbancare i rifiuti nella terza vasca che potrà essere usata al massimo fino a ottobre. La discarica però deve fare i conti anche con i danni degli incendi dello scorso luglio che hanno bruciato parte del capping, cioè della copertura, di alcune vasche sature e riutilizzate.

Una stima precisa dei danni ancora non c’è, anzi per dirla tutta dopo quasi due mesi non c’è nemmeno una relazione sugli effetti degli incendi: la Protezione civile ha chiesto alla Rap più dettagli e ci vorrà almeno un altro mese per redigerla. Però le stime circolano: rifare il capping, cioè la copertura che evita la formazione del percolato, potrebbe costare fra i quattro e i cinque milioni di euro che saranno a carico della Rap. “In realtà saremmo comunque dovuti intervenire – spiega Todaro – ma non appena ci sarà la relazione avremo una stima più precisa dei costi”.

Tubature del biogas in fumo

I danni alle tubature del percolato sarebbero superficiali e già risolti, mentre quelli più gravi riguardano le tubature che incanalano il biogas prodotto dai rifiuti: in questo caso se ne farà carico Asja ambiente, colosso energetico che poi rivende il gas e che, dopo un incontro con l’azienda, ha accettato di coprire le spese. “Siamo già al lavoro – dice l’amministratore delegato Tommaso Cassata -. Abbiamo stimato che, tra mancati incassi e costi, subiremo danni per un paio di milioni di euro ma a gennaio potremo riprendere a pieno regime”. Asja ambiente è peraltro protagonista del progetto di finanza per la costruzione dell’impianto di biometano che sorgerà a Bellolampo che vale più di 30 milioni: la speranza di un finanziamento del Pnrr sarebbe infatti sfumata e quindi si torna al partenariato con i privati.

Palermo batte cassa alla Regione

La Rap però rischia di non farcela. Il bilancio resta un problema di non poco conto: il rosso da 3,8 milioni rimane e le possibili royalties dei privati a Bellolampo arriveranno solo fra qualche anno. E per coprire i costi dovuti all’incendio si dovrebbe attingere al patrimonio aziendale ricapitalizzando, con la speranza che intervenga la Regione. Il primo milione di euro per l’emergenza è arrivato e circa 250 mila euro sono stati già spesi per i noleggi di alcuni mezzi; il Comune però vorrebbe ottenerne altri soldi dalla Regione, anche per le conseguenze sui flussi turistici, e le interlocuzioni sarebbero in corso per almeno due milioni.

“Dopo 50 giorni ancora attendiamo che il sindaco venga in Aula a riferire sugli effetti degli incendi su Bellolampo e su tutta la città – attacca Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo –. Rap, per quanto di sua competenza e per quanto possibile, sta facendo del suo meglio ma in totale solitudine: al netto del milione di euro già stanziato dalla Regione, il resto è aleatorio mentre sulla discarica servirebbe più attenzione per i danni ambientali e alla salute. In gioco c’è il futuro sia dei lavoratori che della città”

Il braccio di ferro col Comune

Sullo sfondo però c’è un braccio di ferro in corso fra i sindacati e il Comune, con le organizzazioni che puntano il dito contro la Ragioneria e l’ufficio del Controllo analogo. I burocrati comunali fanno sistematicamente le pulci ai documenti della Rap e le note con richieste di integrazioni e precisazioni non si contano; il vicesindaco Carolina Varchi ha addirittura disposto una visita ispettiva per ottenere alcuni documenti. Il risultato è che i lavoratori sono sul piede di guerra e annunciano le assemblee, il che vuol dire disservizi e quindi rifiuti per strada, in un clima sempre più incandescente. “I problemi di Rap costituiscono un retaggio di usi e costumi che questa amministrazione sta scardinando, a partire dal controllo analogo effettivo – dice Antonio Rini di Fratelli d’Italia – Sbagliano i sindacati ad aizzare i lavoratori contro il vicesindaco e contro gli uffici di sua diretta collaborazione. Sbagliano nel metodo, perché proprio da loro che sono incessantemente all’opera da mesi perverranno le soluzioni a tutela dei lavoratori, e sbagliano nel merito perché se mai vi fossero colpe sarebbero da ricercare nel passato e non nel presente”.


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