PALERMO – Si è spenta a 88 anni l’insegnante Francesca Paola Vitale. Fu tra i giudici popolari del maxiprocesso.
“Alla fine del 1985 mia madre, che insegnava Tecnica al “Leonardo da Vinci” di Palermo, riceve una telefonata. Non si meraviglia più di tanto quando le viene proposto di fare parte di una giuria popolare a un processo. Del resto lei è iscritta da tempo all’albo dei giudici popolari e di esperienze in tribunale ne ha fatte parecchie. Ma quel processo lì è uno di quelli che avrebbe fatto tremare i polsi ai più coraggiosi: si tratta del primo maxiprocesso, il più grande processo penale contro la mafia”. Le parole sono della figlia, Maricetti.
“Una sottile paura da cittadina responsabile”
“La sua vita cambia – prosegue -. Scortata 24 ore su 24 da agenti della Guardia di Finanza. Mia madre si reca ogni giorno in Tribunale ed entra in un mondo tanto lontano dal suo, fa i conti con una legittima, sottile paura. Che si insinua nella sua vita ma che non lascia mai trasparire a casa, dove continua a comportarsi come sempre, con leggerezza e amore per il marito e per le figlie che la sostengono incondizionatamente. Insomma, compie il suo dovere di cittadina attiva e responsabile, si impegna in aula, scrive una valanga di appunti, di note, di pensieri e riflessioni che raccoglie in alcune agende”.
Si scoprirà che in molti avevano rifiutato il ruolo di giudice popolare, producendo certificati medici. Ma non Francesca Paola Vitale, che non esitò e accettò, convinta com’era che suo marito – il pittore e scultore Gioacchino Caviglia – e le sue figlie avrebbero condiviso e accettato questa sua scelta.
A dicembre del 2020 è stata ospite della trasmissione condotta da Serena Bortone “Oggi è un altro giorno”. Qui conversa con la giornalista e con l’attrice Donatella Finocchiaro che interpreterà proprio Francesca Paola Vitale nella docufiction “Io, una giudice popolare al maxiprocesso”.
“Di mia madre rimane accesa quella luce fatta d’amore, gioia di vivere e senso del dovere”, conclude la figlia Maricetti. “Che ha saputo trasmettere alle sue figlie, ai generi, ai nipoti e pronipoti e a tutti coloro che ha incrociato nella sua vita”.

