La foto di una famiglia felice e senza cicatrici è stata spazzata via da tempo. “Ma adesso la verità sta venendo a galla, è più vicina, possiamo affermarlo. Non potremo mai essere soddisfatti, per l’atroce dolore che ci è stato inferto. Però, la strada per ricostruire la tragedia di nostro figlio Aldo è stata decisamente imboccata. Io e mia moglie non vogliamo morire, senza sapere tutto”.
Aldo Naro, giovane e brillante medico, ragazzo dal cuore d’oro, fu massacrato, a Palermo, nel corso di una notte in discoteca (qui il riassunto della vicenda). Suo papà Rosario, generale dei carabinieri a riposo, commenta le novità venute fuori da una udienza emotivamente impegnativa. E si dice fiducioso.
Le voci in Tribunale
Secondo la cronaca fin qui disponibile, in Tribunale sono emersi resoconti agghiaccianti. Citiamo il lancio d’agenzia per non lasciare nulla all’immaginazione: tra i testimoni che hanno deposto in Corte d’Assise a Palermo, Alessia Cancila, che non conosceva personalmente Aldo Naro, ma quella sera era nel tavolo accanto. Ha raccontato tra le lacrime di avere assistito a una scena drammatica: ha visto infatti un ragazzo con il viso truccato di bianco finire con la testa sotto a uno dei tavolini del privé. Secondo la testimone, diverse persone hanno colpito con violenza il ragazzo nella parte superiore del corpo.
La teste ha affermato inoltre che la vittima, con il capo reclinato da un lato e i piedi penzoloni, è stata sollevata di peso e trascinata fuori da due persone… Nel corso dell’udienza gli avvocati di parte civile Salvatore Falzone e Antonino Falzone hanno depositato la trascrizione di una chat whatsapp in cui una delle ragazze presenti quella sera nel privè, Valeria Picciolo, scriveva: “è stato scannato dai buttafuori. Sti porci. Devono prendersi le loro responsabilità”. Fin qui, l’agenzia. Ma è solo una parte dei dettagli riferiti sulle fasi terribili che hanno visto coinvolto Aldo, il giovane medico.
“Abbiamo pianto”
“Stiamo rivivendo tutto – dice Rosario Naro -, la descrizione è stata molto accurata. Io e mia moglie abbiamo pianto. Il dolore non ci lascia mai. C’è stata una esposizione molto puntuale, molto precisa. Due testimoni hanno riportato la dinamica. Aldo è stato vittima di un pestaggio violentissimo, è finito sotto un tavolo ed è stato colpito senza pietà. Dopo, è stato trascinato via. Il particolare dei piedi di nostro figlio che non si muovono più è straziante. Procediamo, andiamo avanti nella ricerca della verità. Io sono un carabiniere, in tanti anni di servizio ne ho viste di cotte e di crude, svolgendo il mio dovere e soffrendo umanamente. Ma quello che ha dovuto patire nostro figlio è incredibile”.
Il racconto di un pestaggio
In una precedente chiacchierata con LiveSicilia.it, il generale Naro aveva detto, a proposito del calvario del figlio: “Aldo viene trascinato verso un’uscita, cade per terra, è inerme e viene colpito, ancora una volta, ripetutamente con estrema violenza. C’è una moltitudine di persone che prende mio figlio a calci e pugni, in tutte le parti del corpo, a cominciare dalla testa. Poi viene portato in giardino e per lunghissimi minuti nessuno può accedere a quell’area. Aldo verrà soccorso in ospedale ancora con un lumicino di vita e lì si spegnerà”. Parole che somigliano molto a quelle ascoltate in un’aula di Tribunale. (rp)